
“Sin dai tempi più remoti il sale è entrato nell’alimentazione umana e vi è divenuto essenziale, se non indispensabile, spiega Pier Maria Giusteschi Conti, partecipante alle Vele d'Epoca e storico dell'Università di Parma – per questo la sua produzione, commercio e trasporto sono precocemente organizzati. Nel mondo romano, infatti, il sale è monopolio dello stato, che dalla prima età repubblicana perdura sino alla dissoluzione dell’Impero”. Merce di scambio fin dall’antichità il sale, detto anche ‘l’oro bianco’ per il suo valore, aveva un ruolo centrale anche nella conservazione degli alimenti . “L’uomo fin dall’antichità ha escogitato tre metodi principali: l’essicazione al sole, l’essicazione per affumicatura e la salatura - spiega la prof. Anna Arnoldi, del Dipartimento di Scienze Molecolari Agroalimentari dell’Università di Milano - Quest’ultima tecnica è particolarmente valida, perché il rapido allontanamento dell’acqua impedisce lo sviluppo dei microrganismi in modo efficace. Inoltre, il sale dà ottimi risultati anche da un punto di vista organolettico. Tra gli alimenti conservati per mezzo del sale ricordiamo i salumi e i formaggi, per i quali il nostro paese vanta prodotti di grandissima eccellenza, il pesce (in Liguria c’è un’antica tradizione di conservazione delle acciughe sotto sale), le olive, i lupini, i capperi, e tanti altri.” “Non sono soltanto i palati fini a sapere dell'olio extra vergine o di vini di nicchia bianchi e rossi, come il Pigato, il Vermentino o l’Ormeasco, dì formaggi come il raschera o il brussu, di tipici prodotti da forno, di farine di grano saraceno o di castagne piccole e saporite, di ortaggi rari come la trombetta o la rapa, di fagioli bianchi e patate, di piccoli frutti di bosco o di pesche baciate dal sole caldo del Mediterraneo – spiega Giampiero Laiolo, studioso di storia locale - Tutte queste leccornie si trovano dal produttore, basta cercarle con un poco di pazienza, oppure si possono gustare nelle trattorie e nei più giovani agriturismi che si impongono di offrire i piatti della tradizione: ravioli di erbette, gnocchi, pasta fatta in casa con sughi di magro o con burro e formaggio, coniglio, cinghiale, verdure crude, in umido o ripiene, frutta fresca e piccoli dolci, dalle crostate al budino con le uova”.
Alcuni rami di questi percorsi storici, oggi riproposti, hanno fatto già da sfondo ad un turismo eccezionale, “Albert Einstein a sedici anni, partendo da Casteggio, ha impiegato quattro giorni per andare a trovare suo zio che era al mare a Nervi - racconta Tiziano Mannoni, dell’Istituto di Storia della Cultura Materiale dell’Università di Genova - accompagnato da un amico più grande che conosceva la strada. Quando divenne famoso, gli scrisse se erano state le spettacolari visioni del cielo stellato durante quel viaggio a fargli venire le idee sulla relatività”.
L’ultima parte del convegno ospiterà una tavola rotonda con la partecipazione di esponenti della politica locale e del mondo del turismo.
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