Nell’ambito di un’operazione di polizia in materia di pesca marittima denominata “Operazione GIANO” organizzata a livello nazionale dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e coordinata – a livello regionale – dal 1^ Centro Controllo Area Pesca presso la Direzione Marittima di Genova, gli uomini della Guardia Costiera di Sanremo hanno effettuato nei giorni dal 10 al 23 dicembre scorsi una serie di verifiche lungo le diverse fasi di pesca e commercializzazione dei prodotti ittici nel territorio di giurisdizione.
L’attività, che si poneva quale obiettivo primario le verifiche finalizzate alla esatta applicazione della normativa vigente in materia di corretta informazione del consumatore e tutela del medesimo dal rischio di frodi alimentari in un periodo particolarmente critico quale quello pre-natalizio, ha visto il coinvolgimento anche del personale degli Uffici Marittimi di Ventimiglia, Bordighera ed Arma di Taggia e si è sviluppata su numerosi punti vendita di prodotti ittici all’ingrosso e al dettaglio nonché su svariati ristoranti della riviera.
Nell’ambito delle verifiche presso una rivendita di prodotti tipici stranieri di Sanremo i militari hanno accertato la vendita di barattoli di falso caviale. Il prodotto infatti, mancante di fondamentali indicazioni relative alla corretta natura e provenienza, veniva offerto in vendita con la denominazione “caviale” pur consistendo in uova di specie diversa dallo storione, con evidente aggiramento della buona fede degli acquirenti.
Gli accertamenti, effettuati in collaborazione con i medici veterinari dell’ASL1 Imperiese, hanno condotto alla denuncia del titolare presso la locale Procura della Repubblica per il reato di frode in commercio.
Due gli illeciti amministrativi riscontrati in materia di corretta etichettatura dei prodotti ittici: in un primo caso, presso un supermercato di Sanremo, sono state accertate gravi irregolarità nelle informazioni fornite al consumatore nell’offerta in vendita di “baccalà”, in un altro, nel Comune di Arma di Taggia, è stato appurata la vendita ambulante di prodotti ittici privi delle necessarie indicazioni.
In entrambe le fattispecie i responsabili sono stati sanzionati per un importo pari a Euro 1166,00.
Durante l’attività di polizia svolta in mare è stato invece possibile appurare la violazione, da parte di un motopesca a strascico della marineria sanremese, del divieto di navigare e pescare in acque francesi.
La prima segnalazione, pervenuta dalla Sala Operativa presso la Direzione Marittima di Genova, ove ha sede il 1^ Centro Controllo Area Pesca, nel cui ambito viene effettuato il monitoraggio continuo dei motopescherecci soggetti alla normativa comunitaria relativa alle cd. “blu box” (ovvero apparecchiature di rilevamento satellitare presenti per legge a bordo delle unità da pesca che ne consentono un controllo specifico in termini di posizione geografica) è stata confermata dalle autorità marittime francesi ed ha condotto alla segnalazione del comandante alla locale Procura della Repubblica per l’esercizio di attività di pesca nelle acque soggette a sovranità di altro Stato (legge 963/1965, art. 15 lett. f), in violazione di apposita normativa comunitaria vigente al riguardo (regolamento comunitario n. 2371/2002, art. 17).
Il comandante, inoltre, si è reso contestualmente responsabile della violazione dell’art. 1231 del codice della navigazione, anch’essa fattispecie di rilievo penale in materia di sicurezza della navigazione, in quanto l’unità da pesca era abilitata a navigare esclusivamente in acque nazionali.
L’attività, che si poneva quale obiettivo primario le verifiche finalizzate alla esatta applicazione della normativa vigente in materia di corretta informazione del consumatore e tutela del medesimo dal rischio di frodi alimentari in un periodo particolarmente critico quale quello pre-natalizio, ha visto il coinvolgimento anche del personale degli Uffici Marittimi di Ventimiglia, Bordighera ed Arma di Taggia e si è sviluppata su numerosi punti vendita di prodotti ittici all’ingrosso e al dettaglio nonché su svariati ristoranti della riviera.
Nell’ambito delle verifiche presso una rivendita di prodotti tipici stranieri di Sanremo i militari hanno accertato la vendita di barattoli di falso caviale. Il prodotto infatti, mancante di fondamentali indicazioni relative alla corretta natura e provenienza, veniva offerto in vendita con la denominazione “caviale” pur consistendo in uova di specie diversa dallo storione, con evidente aggiramento della buona fede degli acquirenti.
Gli accertamenti, effettuati in collaborazione con i medici veterinari dell’ASL1 Imperiese, hanno condotto alla denuncia del titolare presso la locale Procura della Repubblica per il reato di frode in commercio.
Due gli illeciti amministrativi riscontrati in materia di corretta etichettatura dei prodotti ittici: in un primo caso, presso un supermercato di Sanremo, sono state accertate gravi irregolarità nelle informazioni fornite al consumatore nell’offerta in vendita di “baccalà”, in un altro, nel Comune di Arma di Taggia, è stato appurata la vendita ambulante di prodotti ittici privi delle necessarie indicazioni.
In entrambe le fattispecie i responsabili sono stati sanzionati per un importo pari a Euro 1166,00.
Durante l’attività di polizia svolta in mare è stato invece possibile appurare la violazione, da parte di un motopesca a strascico della marineria sanremese, del divieto di navigare e pescare in acque francesi.
La prima segnalazione, pervenuta dalla Sala Operativa presso la Direzione Marittima di Genova, ove ha sede il 1^ Centro Controllo Area Pesca, nel cui ambito viene effettuato il monitoraggio continuo dei motopescherecci soggetti alla normativa comunitaria relativa alle cd. “blu box” (ovvero apparecchiature di rilevamento satellitare presenti per legge a bordo delle unità da pesca che ne consentono un controllo specifico in termini di posizione geografica) è stata confermata dalle autorità marittime francesi ed ha condotto alla segnalazione del comandante alla locale Procura della Repubblica per l’esercizio di attività di pesca nelle acque soggette a sovranità di altro Stato (legge 963/1965, art. 15 lett. f), in violazione di apposita normativa comunitaria vigente al riguardo (regolamento comunitario n. 2371/2002, art. 17).
Il comandante, inoltre, si è reso contestualmente responsabile della violazione dell’art. 1231 del codice della navigazione, anch’essa fattispecie di rilievo penale in materia di sicurezza della navigazione, in quanto l’unità da pesca era abilitata a navigare esclusivamente in acque nazionali.
SEGUE......
Nessun commento:
Posta un commento