Punta sulla qualità e la valorizzazione del comparto la nuova Legge per lo sviluppo, la tutela, la qualificazione e la valorizzazione delle produzioni biologiche liguri, presentata dall'assessorato all'Agricoltura della Regione Liguria, approvata prima di Natale dal Consiglio Regionale, con il pieno accordo delle organizzazioni professionali agricole Coldiretti-Confagricoltura-Cia e le associazioni di produttori del biologico.
In Liguria gli operatori biologici sono circa 400 ,di cui 300 produttori e operano su una superficie di 4 mila ettari. Svetta lo spezzino, con 150 operatori ( 138 produttori), seguono le altre province con circa 80-90 operatori.
Nella provincia spezzina la presenza maggiore è in Val di Vara , a Varese Ligure, con 68 operatori. Nella "capitale" della Valle del Biologico" questa agricoltura , accompagnata da altre azioni di politica ambientale, ha contribuito notevolmente alla valorizzazione turistica ed economica della vallata.
Le produzioni biologiche più affermate in Liguria sono quelle derivanti della zootecnia (latte, formaggi, carne, miele), dell'olivicoltura, dell'orticoltura e della produzione di piante aromatiche. "Con la nuova legge - spiega l'assessore all'Agricoltura Giancarlo Cassini - la Liguria recepisce quanto previsto dalla recente normativa europea, ampliando, per esempio, il campo di applicazione all'acquacoltura e prevedendo un'apposita sezione nell' elenco regionale".
"Fra i punti salienti contenuti negli articoli della Legge - continua Cassini - il riconoscimento di forme associative di operatori biologici costituite in varie forme comprese le organizzazioni di produttori, l'individuazione dei mercati biologici a favore dei consumatori e la diffusione delle produzioni biologiche certificate.
"Inoltre è stata introdotta la possibilità di costituire distretti o comprensori del biologico previsti in disegni di legge nazionali, ma mai attuati. Una novità, dunque, non solo per il biologico ligure. L'istituzione di distretti in particolari aree in cui le produzioni biologiche risultano consolidate ed incrementabili, rappresenta una opportunità di sviluppo e di traino per l'intera economia locale contribuendo alla salvaguardia ambientale, alla tutela della biodiversità e a prevenire la contaminazione accidentale da OGM", conclude l'assessore.
Tra gli altri aspetti della legge l'istituzione della Consulta regionale per la produzione biologica con il coinvolgimento dei rappresentanti del mondo produttivo.
Inoltre la Regione dovrà promuovere iniziative per favorire l'impiego di prodotti biologici in mese scolastiche, enti pubblici e strutture sanitarie.
La nuova Legge prevede anche incentivi economici per la realizzazione di progetti per lo sviluppo, la tutela, la qualificazione e la valorizzazione delle produzioni biologiche liguri.
In Liguria gli operatori biologici sono circa 400 ,di cui 300 produttori e operano su una superficie di 4 mila ettari. Svetta lo spezzino, con 150 operatori ( 138 produttori), seguono le altre province con circa 80-90 operatori.
Nella provincia spezzina la presenza maggiore è in Val di Vara , a Varese Ligure, con 68 operatori. Nella "capitale" della Valle del Biologico" questa agricoltura , accompagnata da altre azioni di politica ambientale, ha contribuito notevolmente alla valorizzazione turistica ed economica della vallata.
Le produzioni biologiche più affermate in Liguria sono quelle derivanti della zootecnia (latte, formaggi, carne, miele), dell'olivicoltura, dell'orticoltura e della produzione di piante aromatiche. "Con la nuova legge - spiega l'assessore all'Agricoltura Giancarlo Cassini - la Liguria recepisce quanto previsto dalla recente normativa europea, ampliando, per esempio, il campo di applicazione all'acquacoltura e prevedendo un'apposita sezione nell' elenco regionale".
"Fra i punti salienti contenuti negli articoli della Legge - continua Cassini - il riconoscimento di forme associative di operatori biologici costituite in varie forme comprese le organizzazioni di produttori, l'individuazione dei mercati biologici a favore dei consumatori e la diffusione delle produzioni biologiche certificate.
"Inoltre è stata introdotta la possibilità di costituire distretti o comprensori del biologico previsti in disegni di legge nazionali, ma mai attuati. Una novità, dunque, non solo per il biologico ligure. L'istituzione di distretti in particolari aree in cui le produzioni biologiche risultano consolidate ed incrementabili, rappresenta una opportunità di sviluppo e di traino per l'intera economia locale contribuendo alla salvaguardia ambientale, alla tutela della biodiversità e a prevenire la contaminazione accidentale da OGM", conclude l'assessore.
Tra gli altri aspetti della legge l'istituzione della Consulta regionale per la produzione biologica con il coinvolgimento dei rappresentanti del mondo produttivo.
Inoltre la Regione dovrà promuovere iniziative per favorire l'impiego di prodotti biologici in mese scolastiche, enti pubblici e strutture sanitarie.
La nuova Legge prevede anche incentivi economici per la realizzazione di progetti per lo sviluppo, la tutela, la qualificazione e la valorizzazione delle produzioni biologiche liguri.
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