I tre giorni di negoziati al G8 Ambiente di Siracusa si sono chiusi sostanzialmente con un nulla di fatto. Se, al contrario, fossero emerse posizioni chiare sui più importanti problemi legati alla salute dell’ambiente, queste avrebbero potuto condizionare positivamente sia il G8 di luglio che i prossimi incontri internazionali e le iniziative dei singoli governi. Per provare a vedere questo incontro in un’ottica positiva, possiamo dire che finalmente le connessioni tra clima, ecosistemi e biodiversità sono state riconosciute in tutta la loro rilevanza da tutti gli Stati partecipanti.Roberto Burdese, presidente Slow Food Italia, commenta: «Per la prima volta si è dimostrata una particolare attenzione non solo a far fronte alle emergenze ambientali, ma anche verso i benefici economici e di salute pubblica che possono scaturire da un approccio diverso nei confronti delle politiche ambientali. Questa novità ci infonde fiducia, ma molte cose sono ancora da fare. Occorrono infatti azioni urgenti, mentre di summit in summit il tempo passa e la situazione peggiora sotto i nostri occhi».In particolare a Siracusa le delegazioni hanno trovato l’accordo sulla Carta della biodiversità. Il documento dovrebbe chiamare a un nuovo impegno internazionale per arrestare la scomparsa di specie viventi e la distruzione degli ecosistemi, dopo che gli obiettivi contenuti nel 2010 Biodiversity Target sembrano ormai difficilmente raggiungibili.Burdese sull’accordo raggiunto sottolinea: «Bisogna considerare di vitale importanza la stretta relazione che intercorre tra clima, biodiversità e sviluppo, un aspetto sul quale Slow Food da anni si batte, e che emerge dalla Carta della biodiversità. Anche in questo caso però il G8 ambiente in Sicilia si è fermato a generiche dichiarazioni di principio e la parola decisiva è stata posticipata per l’ottobre 2010 in Giappone».
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