La Capitaneria di porto di Sanremo ha dato formale diffida alla società Portosole CNIS Spa, che gestisce l’omonimo porto turistico, ad eseguire la rimozione del relitto del motoryacht “La Venetia”, attualmente affondato in porto a circa 6 metri di profondità proprio all’esterno del molo di sottoflutto di Portosole, tra la torre di controllo e il distributore di carburante.
La società ha 15 giorni di tempo per rimuovere il relitto, dopodiché, in caso di mancata esecuzione, la Capitaneria di porto attiverà la procedura più complessa prevista dall’art.73 del Codice della Navigazione: vale a dire ordine di rimozione scritto, firmato dal Capo del Compartimento Marittimo di Imperia, e procedimento d’ufficio a spese del proprietario in caso di mancata esecuzione dopo il termine fissato (in ipotesi 30 giorni).
La diffida che è stata notificata il giorno 16 aprile scorso a Portosole in qualità di società proprietaria (in base a decisione del Tribunale di Sanremo del gennaio 2008), vale nello stesso tempo quale comunicazione di avvio del procedimento e con essa la Capitaneria di porto auspica che il relitto venga rimosso prima di maggio che coincide con l’inizio della stagione balneare.
Le motivazioni che stanno alla base del provvedimento sono molteplici, ma prima di tutto è la sicurezza della navigazione: il relitto, a causa della posizione in cui si trova, vicino al distributore di carburante e davanti alla banchina adibita al transito delle unità da diporto, costituisce di per sé un pericolo ed un intralcio per la navigazione, tanto più con l’approssimarsi della stagione balneare con conseguente considerevole aumento del traffico marittimo.
Poi ci sono anche ragioni ambientali: i sommozzatori del 1^ Nucleo Subacquei della Guardia Costiera, che hanno ispezionato il relitto a ottobre scorso, hanno rilevato la presenza di sostanze oleose e vernici all’interno dello scafo, che se dovessero fuoriuscire e disperdersi in mare potrebbero causare rischi e danni all’ambiente (bisogna precisare che la “Venetia”, devastata da un incendio nell’aprile 2005, al momento dell’affondamento, a inizio dicembre 2005 a causa di una mareggiata, era già stata bonificata del carburante contenuto nei serbatoi).
L’ispezione subacquea ha permesso tra l’altro di verificare le buone condizioni di conservazione del relitto, che si trova adagiato sul fianco sinistro parallelamente alla banchina di Portosole, con la prua rivolta verso terra. Con la bassa marea è possibile scorgere parte della fiancata di dritta che emerge dalle onde. Cosa molto importante, il relitto, lungo circa 37 metri per 312 tonnellate di stazza lorda, presenta solo un limitato affossamento nella sabbia, percui non dovrebbe essere troppo complicato tirarlo su. Una delle possibili ipotesi prevede l’impiego di un pontone galleggiante dotato di gru che dovrebbe raddrizzare il relitto e quindi issarlo sulla banchina per il successivo smaltimento.
La società ha 15 giorni di tempo per rimuovere il relitto, dopodiché, in caso di mancata esecuzione, la Capitaneria di porto attiverà la procedura più complessa prevista dall’art.73 del Codice della Navigazione: vale a dire ordine di rimozione scritto, firmato dal Capo del Compartimento Marittimo di Imperia, e procedimento d’ufficio a spese del proprietario in caso di mancata esecuzione dopo il termine fissato (in ipotesi 30 giorni).
La diffida che è stata notificata il giorno 16 aprile scorso a Portosole in qualità di società proprietaria (in base a decisione del Tribunale di Sanremo del gennaio 2008), vale nello stesso tempo quale comunicazione di avvio del procedimento e con essa la Capitaneria di porto auspica che il relitto venga rimosso prima di maggio che coincide con l’inizio della stagione balneare.
Le motivazioni che stanno alla base del provvedimento sono molteplici, ma prima di tutto è la sicurezza della navigazione: il relitto, a causa della posizione in cui si trova, vicino al distributore di carburante e davanti alla banchina adibita al transito delle unità da diporto, costituisce di per sé un pericolo ed un intralcio per la navigazione, tanto più con l’approssimarsi della stagione balneare con conseguente considerevole aumento del traffico marittimo.
Poi ci sono anche ragioni ambientali: i sommozzatori del 1^ Nucleo Subacquei della Guardia Costiera, che hanno ispezionato il relitto a ottobre scorso, hanno rilevato la presenza di sostanze oleose e vernici all’interno dello scafo, che se dovessero fuoriuscire e disperdersi in mare potrebbero causare rischi e danni all’ambiente (bisogna precisare che la “Venetia”, devastata da un incendio nell’aprile 2005, al momento dell’affondamento, a inizio dicembre 2005 a causa di una mareggiata, era già stata bonificata del carburante contenuto nei serbatoi).
L’ispezione subacquea ha permesso tra l’altro di verificare le buone condizioni di conservazione del relitto, che si trova adagiato sul fianco sinistro parallelamente alla banchina di Portosole, con la prua rivolta verso terra. Con la bassa marea è possibile scorgere parte della fiancata di dritta che emerge dalle onde. Cosa molto importante, il relitto, lungo circa 37 metri per 312 tonnellate di stazza lorda, presenta solo un limitato affossamento nella sabbia, percui non dovrebbe essere troppo complicato tirarlo su. Una delle possibili ipotesi prevede l’impiego di un pontone galleggiante dotato di gru che dovrebbe raddrizzare il relitto e quindi issarlo sulla banchina per il successivo smaltimento.
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