Domenica 1 marzo 09 alle ore 11,30, sarà inaugurata nell’Ex Chiesa Anglicana, ad Alassio, la mostra "EtàBeta. L’età di mezzo", doppia mostra personale di Simone Lammardo e Alessandro Tambresoni, curata da Nicola Davide Angerame e realizzata con il patrocinio dell’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Alassio.
La mostra, ad ingresso libero e con catalogo disponibile gratuitamente, resterà allestita fino al 20 marzo 2009 ed è aperta nei seguenti orari: da giovedì a domenica ore 15 – 19. (www.comune.alassio.sv.it)
"Alassio - spiega Monica Zioni Assessore alla Cultura e al Turismo di Alassio - ha sempre saputo unire il senso della tradizione con gli stimoli della modernità. Lo dimostra anche questa esposizione con i suoi eventi collaterali, il primo dedicato all’astronomia e con l’osservazione astronomica di Venere nel giorno della festa della donna (8 marzo); il secondo con un reading poetico del "Pinocchio" concertato con le musiche di Bach, Schumann, Chopin, Borne e Gluck" (14 marzo).
"La mostra – spiega Nicola Davide Angerame, curatore dell’evento – riflette sull’infanzia come condizione esistenziale che tende ad allargarsi nel corso della vita. Assistiamo ad una disneyzzazione di quella che Guy Debord ha chiamato la società dello spettacolo. EtàBeta è un personaggio che si offre come metafora di una fanciullezza stravagante che, nel bene e nel male, sempre più alimenta i temi della vita adulta. In un’epoca in cui l’Occidente si voca al giovanilismo ad oltranza e l’ossessione dell’invecchiamento diventa fenomeno di massa, l’età di mezzo, intesa come introduzione alla vita, non finisce più e il fanciullino resta in agguato in ogni età. Farlo uscire allo scoperto è quanto intende fare questa mostra".
La mostra accoglie circa quaranta dipinti, e due installazioni (di cui una con telescopio) che fanno parte degli lavori ultimi dei due giovani artisti la cui pittura, pur molto diversa, condivide il tema della fanciullezza come uno dei principali ispiratori.
Simone Lammardo lo fa ritraendo un’infanzia adulta che ci guarda e che pare interrogarci dal profondo di una pittura realistica e metafisica, drammatica e sottilmente psicologica. Bambine e bambini intrappolati dentro la rete di attimi "cruciali", in cui all’apparente mancanza di significati specifici corrisponde il senso di un domandare stupefatto e perplesso che lo scorrere dell’esistenza pone. Alle tele più "dark", come "Annunciazione" e "Malpelo red", in cui l’adolescenza si vena di angoscia, rispondono le opere dedicate ai bambini pensanti, come "SOLAmente", "Le cose mai scritte" e "Dicembre", dove è la stessa invisibilità di ciò che importa a diventare visibile ed essere indicata come "realtà" infantile. Un quadreno bianco o una sbarra di ringhiera, che sporge su un paesaggio indefinito, sono gli oggetti e i luoghi della perplessità. L’infanzia si legge anche nei giochi, a cui Lammardo dedica una serie. Li ritrae come i personaggi animati di una favola, usandone la paciosa e affidabile apparenza (come quella di Pinocchio o dell’orsacchiotto) per narrare piccoli giochi sinistri. Sulla scia di un un vate come Tim Burton, Lammardo narra il lato oscuro dell’infanzia, nelle sue "pittosculture" dedicate a peluche "torturati".
Di segno stellare e cosmico è invece l’approccio di Alessandro Tambresoni. Le sue "Mappe mentali" hanno per protagonisti "omini" con la testa a forma di atomo stilizzato e le orbite degli elettroni a dare idea della dinamica fantasiosa che percorre l’immaginazione infantile. La lezione di Keith Haring trova un epigono, nella formazione di un personaggio favolesco stilizzato. Un marziano? Forse questo è in realtà ogni fanciullo. Un essere alieno che "cade" sulla terra, si materializza, nasce, e per i primi anni vive come esiliato in un regno d’incantesimi che non comprende appieno. Ma si potrebbe ribaltare il senso delle cose e allora sarebbe facile sostenere, insieme con quel Piccolo Principe che è stato Antoine de Saint Exupéry: "Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre costretti a spiegar loro le cose". Ma forse gli adulti stanno scomparendo… Tambresoni lo spiega con il suo vagare interstellare, usando una geometria giocosa, un ruzzolare siderale di omini che seguono "certe rotte planetarie lungo la Via lattea" come cantava Franco Battiato. Di più non è dato sapere. Le mappe non portano da nessuna parte, sembrano più delle giostre che ruotano su se stesse, per il nostro ed il loro diletto: un luna park stellare messo a punto usando la scienza e la matematica come compagni di giochi.
La mostra accoglie due eventi collaterali legati al tema trattato.
Domenica 8 marzo 2009, alle ore 15.00, l’Osservazione astronomica di Venere, a cura di Ugo Ghione a seguire una conferenza su "La cometa Lulin osservata a febbraio", di Ugo Ghione. Ingresso libero
Sabato 14 marzo 2009 alle ore 21,15, reading concertato "La filastrocca di Pinocchio" (1956) di Gianni Rodari e Raul Verdini.
Giorgio Caprile, voce, Alessandro Casano al pianoforte e Silvia Schiaffino al flauto traverso (Musiche di Bach, Schumann, Chopin, Borne, Gluck)
Ingresso libero
La mostra, ad ingresso libero e con catalogo disponibile gratuitamente, resterà allestita fino al 20 marzo 2009 ed è aperta nei seguenti orari: da giovedì a domenica ore 15 – 19. (www.comune.alassio.sv.it)
"Alassio - spiega Monica Zioni Assessore alla Cultura e al Turismo di Alassio - ha sempre saputo unire il senso della tradizione con gli stimoli della modernità. Lo dimostra anche questa esposizione con i suoi eventi collaterali, il primo dedicato all’astronomia e con l’osservazione astronomica di Venere nel giorno della festa della donna (8 marzo); il secondo con un reading poetico del "Pinocchio" concertato con le musiche di Bach, Schumann, Chopin, Borne e Gluck" (14 marzo).
"La mostra – spiega Nicola Davide Angerame, curatore dell’evento – riflette sull’infanzia come condizione esistenziale che tende ad allargarsi nel corso della vita. Assistiamo ad una disneyzzazione di quella che Guy Debord ha chiamato la società dello spettacolo. EtàBeta è un personaggio che si offre come metafora di una fanciullezza stravagante che, nel bene e nel male, sempre più alimenta i temi della vita adulta. In un’epoca in cui l’Occidente si voca al giovanilismo ad oltranza e l’ossessione dell’invecchiamento diventa fenomeno di massa, l’età di mezzo, intesa come introduzione alla vita, non finisce più e il fanciullino resta in agguato in ogni età. Farlo uscire allo scoperto è quanto intende fare questa mostra".
La mostra accoglie circa quaranta dipinti, e due installazioni (di cui una con telescopio) che fanno parte degli lavori ultimi dei due giovani artisti la cui pittura, pur molto diversa, condivide il tema della fanciullezza come uno dei principali ispiratori.
Simone Lammardo lo fa ritraendo un’infanzia adulta che ci guarda e che pare interrogarci dal profondo di una pittura realistica e metafisica, drammatica e sottilmente psicologica. Bambine e bambini intrappolati dentro la rete di attimi "cruciali", in cui all’apparente mancanza di significati specifici corrisponde il senso di un domandare stupefatto e perplesso che lo scorrere dell’esistenza pone. Alle tele più "dark", come "Annunciazione" e "Malpelo red", in cui l’adolescenza si vena di angoscia, rispondono le opere dedicate ai bambini pensanti, come "SOLAmente", "Le cose mai scritte" e "Dicembre", dove è la stessa invisibilità di ciò che importa a diventare visibile ed essere indicata come "realtà" infantile. Un quadreno bianco o una sbarra di ringhiera, che sporge su un paesaggio indefinito, sono gli oggetti e i luoghi della perplessità. L’infanzia si legge anche nei giochi, a cui Lammardo dedica una serie. Li ritrae come i personaggi animati di una favola, usandone la paciosa e affidabile apparenza (come quella di Pinocchio o dell’orsacchiotto) per narrare piccoli giochi sinistri. Sulla scia di un un vate come Tim Burton, Lammardo narra il lato oscuro dell’infanzia, nelle sue "pittosculture" dedicate a peluche "torturati".
Di segno stellare e cosmico è invece l’approccio di Alessandro Tambresoni. Le sue "Mappe mentali" hanno per protagonisti "omini" con la testa a forma di atomo stilizzato e le orbite degli elettroni a dare idea della dinamica fantasiosa che percorre l’immaginazione infantile. La lezione di Keith Haring trova un epigono, nella formazione di un personaggio favolesco stilizzato. Un marziano? Forse questo è in realtà ogni fanciullo. Un essere alieno che "cade" sulla terra, si materializza, nasce, e per i primi anni vive come esiliato in un regno d’incantesimi che non comprende appieno. Ma si potrebbe ribaltare il senso delle cose e allora sarebbe facile sostenere, insieme con quel Piccolo Principe che è stato Antoine de Saint Exupéry: "Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre costretti a spiegar loro le cose". Ma forse gli adulti stanno scomparendo… Tambresoni lo spiega con il suo vagare interstellare, usando una geometria giocosa, un ruzzolare siderale di omini che seguono "certe rotte planetarie lungo la Via lattea" come cantava Franco Battiato. Di più non è dato sapere. Le mappe non portano da nessuna parte, sembrano più delle giostre che ruotano su se stesse, per il nostro ed il loro diletto: un luna park stellare messo a punto usando la scienza e la matematica come compagni di giochi.
La mostra accoglie due eventi collaterali legati al tema trattato.
Domenica 8 marzo 2009, alle ore 15.00, l’Osservazione astronomica di Venere, a cura di Ugo Ghione a seguire una conferenza su "La cometa Lulin osservata a febbraio", di Ugo Ghione. Ingresso libero
Sabato 14 marzo 2009 alle ore 21,15, reading concertato "La filastrocca di Pinocchio" (1956) di Gianni Rodari e Raul Verdini.
Giorgio Caprile, voce, Alessandro Casano al pianoforte e Silvia Schiaffino al flauto traverso (Musiche di Bach, Schumann, Chopin, Borne, Gluck)
Ingresso libero
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