Sabato 9 Aprile 2011, dalle ore 19 in poi, inaugura a Stoccarda, in Germania, presso l’Istituto Italiano di Cultura, la mostra “Il colore del mare”, personale dedicata all’artista bogliaschino Gian Marco Crovetto. L’importante iniziativa è sostenuta da Regione Liguria e Comune di Bogliasco. Crovetto, pittore con una grandissima passione per il mare, è l’unico italiano scelto nell’ambito dell’iniziativa “La lunga notte dei musei di Stoccarda”. L’esposizione di Crovetto comprende dipinti di Costa Azzurra, Liguria, Corsica, Grecia e Tunisia. Sarà poi visitabile, nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura, sino al prossimo Venerdì 3 Giugno 2011. Ci sono mille modi per raccontare il mare. La letteratura, la poesia, la canzone. La fotografia, il cinema. Per Gian Marco Crovetto è la pittura. Crovetto è un artista, uno che il mare lo vive. Perché lo ha dentro da sempre. Ligure nel sangue, della Riviera di Levante. Dove l’ingegno, stretto fra scogliere e montagne, potrebbe risultare compresso, e invece diventa incredibilmente sottile e fantasioso.
Come nasce questa sua passione, l’incontro del mare con la pittura?
«Nulla di casuale: dopo aver vissuto due mesi a San Fruttuoso di Camogli (ospitato dal F.A.I.) agli inizi del mio lavoro, nel 1994, e dopo aver sentito dentro di me una Liguria più naturale e vera, nasce l’amore per la pittura del Novecento, e la mia ricerca nei luoghi di culto dei maestri contemporanei diventa una necessità. La pittura legata alla natura del paesaggio l’ho imparata “en plein air”. Sento la meraviglia come un bisogno per raccontare le mie emozioni. Ho seguito Matisse fino alla Corsica, dove ha inventato il Movimento Fauve, in questa terra arsa e spazzata dal vento, come potevo non pensare anche al Cap d’Africa...».
L’Africa, l’ultima parte del suo “racconto per immagini” dedicato al Mediterraneo, dopo la Corsica, la Costa Azzurra e la Grecia. Quali suggestioni le hanno regalato queste terre così diverse fra loro?
«A raccontare questi posti, sarei in fondo non lontano da una descrizione da turista. Nei miei quadri scrivo il diario delle mie emozioni, queste terre e questi mari che ho scelto mi hanno dato molto, perché ero impegnato con umiltà, ma con tutta la mia volontà a cercare di comprendere e di dipingere. Morandi diceva che in ogni paesaggio c’è l’anima del mondo».
Che cosa intende per “Il colore del mare”?
«Con il titolo di questa esposizione non dichiaro di aver trovato il colore giusto del mare; in realtà nascondo l’interrogativo che dà senso al mio lavoro. In sostanza non esiste il colore del mare: per questo, più del bianco e il nero contiene le sfumature e i toni di tutti i colori possibili, è il dentro con le sue trasparenze e il fuori con i suoi riflessi. Da pittore posso solo, come in una preghiera, cercare di afferrare un po’ della sua fastosa forza e della sua mistica bellezza».
Che effetto le fa portare il Mediterraneo in un paese del centro Europa?
«Con i miei colori e il mio senso del mare, incontrare altra “gente” essere al centro dell’Europa, meraviglioso! Sono sicuro che sarà possibile un dialogo con le persone di questa bellissima città, vorrei incontrare i suoi artisti e sentire cosa pensano del mio lavoro».
I suoi prossimi progetti artistici dove la condurranno?
«Penso che potrebbe essere interessante la zona fra Cadice e Gibilterra, o tornare nel nord Africa, questa volta però in Marocco. Oppure mi piacerebbe scoprire altre forme e nuovi colori, in qualche luminosa isola del Mediterraneo».
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