Il Codacons ha depositato oggi un esposto alle Procure della Repubblica di Roma, Milano, Genova, Aosta, Torino, Firenze, Bologna e Trieste in cui si chiede di indagare i vertici della società Tepco per i reati di disastro ambientale e altri reati di pericolo e contro l'ambiente. Come noto la società in questione gestisce la centrale nucleare di Fukushima, al centro dell'attenzione di tutto il mondo dopo il terremoto che ha colpito il Giappone. La posizione dell'azienda sembra aggravarsi di giorno in giorno: ad alimentare le voci di una concreta responsabilità della Tepco, sono le accuse di Akiera Omoto, componente della Commissione giapponese per l'energia atomica che in un'intervista al Wall Street Journal rivelava che la "Tepco aveva pensato all' utilizzo dell' acqua di mare per raffreddare uno dei suoi sei reattori già il mattino dopo il terremoto-maremoto ma non l' ha fatto fino alla sera quando l' ordine è arrivato dal premier Naoto Kan. Voleva proteggere i suoi investimenti a lungo termine, ha rallentato le operazioni consapevolmente». Gli effetti dei guasti alla centrale di Fukushima, toccano direttamente anche l'Italia. Basti pensare alla nube tossica giunta nel nostro paese, e agli effetti sull'importazione di cibi e altri beni dal Giappone. Ma le reali conseguenze del disastro nucleare del Giappone, le conosceremo tra mesi, forse anni. Il Codacons, alla luce dei pericoli per il nostro paese e dei danni subiti dall'Italia, ha chiesto dunque a diverse Procure della Repubblica di indagare i vertici della Tepco per una serie di reati ambientali, tra cui inquinamento e disastro ambientale, e di valutare la necessità di disporre una richiesta di arresto internazionale nei confronti del presidente della società. (fonte Codacons)
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