Sabato 5 dicembre, ad Alassio, la lirica farà il suo ingresso nella stagione teatrale 2009/2010, promossa dall’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Alassio.
Alle ore 21.00, nel Palalassio L. Ravizza, andrà in scena una delle più amate opere di Giuseppe Verdi: la Traviata.
Sul palco, nella produzione diretta da Mario Riccardo Migliara, salirà la Corale Lirica Ambrosiana diretta da Roberto Ardigò e l’Orchestra Filarmonica di Milano diretta da Vito Lo Re.
La Traviata è un’opera che non ha mai smesso d’appassionare, entrando a far parte del cosiddetto "repertorio". Fra i passaggi più popolari dell'opera ci sono l'invocazione di Violetta "Amami, Alfredo", il famoso brindisi "Libiamo ne' lieti calici", la cabaletta "Sempre libera degg'io", il concertato finale del secondo atto, l'aria "Addio, del passato" e il duetto "Parigi, o cara".
Un unico elemento, che si compone di tre differenti forme - il ricordo di un passato, uno straniamento emozionale dal presente e l’aspirazione di un futuro - segna la Traviata in questa messa in scena. E’ come se qualcuno volesse immaginare la sua vita dietro un velo che permettesse una visione voluttuosa e ovattata del mondo. Alla stessa maniera chi lo indossa, lo potrebbe fare per inseguire un ideale o per rendere più seducente un mistero.
Nell’inesorabile ritmica temporale lo specchio scopre la crudità degli oggetti che rivelano la loro essenza reale, la freddezza di una esistenza che si volge al suo termine dopo momenti di luce creata da amori non a caso “velati”. E’ proprio lo specchio che svela la verità non più coperta da orpelli e da caduche finzioni. Una verità in cui il sogno sopravvive alla realtà e lo specchio ne mostra l’intima essenza.
La scelta stilistica si ripete anche nei movimenti dei cantanti, come nelle scelte delle attrezzerie e degli arredi essenziali le tracce della terra e di tutte le reazioni e sentimenti che possono dirsi di avere un corpo umano, alternandosi con la sottile ironia del pensiero che fugge come gli attimi del tempo di Violetta.
Alle ore 21.00, nel Palalassio L. Ravizza, andrà in scena una delle più amate opere di Giuseppe Verdi: la Traviata.
Sul palco, nella produzione diretta da Mario Riccardo Migliara, salirà la Corale Lirica Ambrosiana diretta da Roberto Ardigò e l’Orchestra Filarmonica di Milano diretta da Vito Lo Re.
La Traviata è un’opera che non ha mai smesso d’appassionare, entrando a far parte del cosiddetto "repertorio". Fra i passaggi più popolari dell'opera ci sono l'invocazione di Violetta "Amami, Alfredo", il famoso brindisi "Libiamo ne' lieti calici", la cabaletta "Sempre libera degg'io", il concertato finale del secondo atto, l'aria "Addio, del passato" e il duetto "Parigi, o cara".
Un unico elemento, che si compone di tre differenti forme - il ricordo di un passato, uno straniamento emozionale dal presente e l’aspirazione di un futuro - segna la Traviata in questa messa in scena. E’ come se qualcuno volesse immaginare la sua vita dietro un velo che permettesse una visione voluttuosa e ovattata del mondo. Alla stessa maniera chi lo indossa, lo potrebbe fare per inseguire un ideale o per rendere più seducente un mistero.
Nell’inesorabile ritmica temporale lo specchio scopre la crudità degli oggetti che rivelano la loro essenza reale, la freddezza di una esistenza che si volge al suo termine dopo momenti di luce creata da amori non a caso “velati”. E’ proprio lo specchio che svela la verità non più coperta da orpelli e da caduche finzioni. Una verità in cui il sogno sopravvive alla realtà e lo specchio ne mostra l’intima essenza.
La scelta stilistica si ripete anche nei movimenti dei cantanti, come nelle scelte delle attrezzerie e degli arredi essenziali le tracce della terra e di tutte le reazioni e sentimenti che possono dirsi di avere un corpo umano, alternandosi con la sottile ironia del pensiero che fugge come gli attimi del tempo di Violetta.
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