mercoledì, aprile 11, 2012

Eclettica Mente in Eclettico Corpo Mostra fotografica di Anna Gugliandolo, Dania Marchesi, Ilaria Miglio


Tratta dallo spettacolo “Eclettica” dell’Associazione Ailema - danza e dintorni
-Stanza della Poesia, della Fotografia e del Cinema, 14 aprile - 12 maggio 2012-
Il termine eclettismo viene dal greco “eklektekós” e significa” scegliere”, “selezionare”, ed indica nell'ambito delle arti e delle scienze l'atteggiamento di chi sceglie in diverse dottrine ciò che è affine, e cerca di armonizzarlo in una nuova sintesi.
Il modo è pieno di dottrine, di valori, di punti di vista più o meno rigidi, di modi di guardare il mondo, di opinioni su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che è bello e ciò che non lo è.
Il ruolo di “trasmissione” delle donne di questi valori, di generazione in generazione, le ha rese sensibili e consapevoli del fatto che non ne esista mai uno soltanto all’opera, e che a seconda dei nostri interlocutori e delle loro aspettative un ruolo inspirato da certi valori sia evocato, mentre gli altri siano invisibili se non invisi ai nostri interlocutori.
Lo spettacolo di danza “Eclettica” dell’ Associazione Ailema - danza e dintorni” da cui abbiamo tratto le immagini proposte nella nostra mostra ben rappresenta questa capacità di leggere contemporaneamente tutti i piani di realtà possibili, sapendo che è pura finzione il fatto che ci si cambi d’abito, e quindi di ruolo, perché la donna, la persona dentro quegli abiti, che richiamano aggressività piuttosto che maternità, indipendenza piuttosto che sottomissione, è sempre la stessa.
I corpi che danzano in queste fotografie raccontano dei diversi ruoli che vengono richiesti alle donne, nella società così come nell’intimo della propria dimora, e che solo a prezzo di grande autocontrollo, disciplina e fatica - così come richiesto dalla danza - esse riescono a tenere uniti in eclettismo e a non farli esplodere in schizofrenia. Fragile, questo eclettismo, così come la farfalla della locandina della mostra, perché è un equilibrio che ogni notte si disfa, magari alla fine di uno spettacolo, quando si scende dal palcoscenico, per ritrovarne uno nuovo la mattina seguente. Ma da quanti palcoscenici siamo destinati a salire e scendere nella nostra esistenza?
La grande meraviglia è tutta qui: quando la consapevolezza centripeta vince sul senso centrifugo di disaggregazione, le donne possono trasformare tutto questo processo di creazione, distruzione, creazione e nuova distruzione, in pura bellezza. Chi balla con noi, lo sa. Un po’ araba fenice, un po’ farfalla … una eclettica mente che si esplica e si dispiega in un eclettico corpo.

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