Sabato 25 febbraio si concluderà, all’Auditorium di Santa Caterina a Finalborgo, la stagione teatrale promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune e inserita nel circuito provinciale La Riviera dei Teatri. In cartellone l’ultima produzione del Teatro Garage di Genova a firma di Lorenzo Costa, che ha curato anche la scrittura teatrale: “Io, Giacomo Leopardi”, un omaggio al grande poeta di Recanati (ore 21, informazioni e prevendita: Libreria Cento Fiori, tel. 019/692319).
Il lavoro non ha la pretesa di essere esaustivo dell’opera e della vita di Leopardi, ma vuole soffermarsi sulle emozioni e le sofferenze di un uomo, di un grande letterato che, in anticipo di almeno un secolo, mise a nudo quel “ male di vivere” che divenne poi cardine di tanta letteratura e poesia del ‘900.
La messa in scena parte dalla presentazione degli accadimenti storici dell’epoca e di quelli privati della famiglia, per inquadrare il personaggio all’interno di un contesto che lo segna fin dalla prima infanzia.
Due attori-narratori - Federica Ruggero e Lorenzo Costa - introducono al clima storico-politico di fine ‘700, per soffermarsi sulle vicende di casa Leopardi. Da narratori diventano personaggi, in un’alternanza fra passato e presente rispecchiata anche dalla scena essenziale ed allusiva di Enrico Musenich.
Alla narrazione si alternano i versi delle poesie più emozionanti, rafforzati dalle musiche di scena a cura di Francesco Nardi, che propongono brani suggestivi e meno noti di autori contemporanei del poeta.
Quello che emerge sono i sentimenti più profondi dell’uomo, i dubbi, le speranze, le paure, il desiderio di vivere nonostante tutto. Nonostante la malattia che lo affligge e la presenza di due genitori “ingombranti” come Monaldo e Adelaide, che incideranno in modo significativo sulla sua formazione. Il padre, uomo di idee reazionarie, è amante degli studi; la madre, donna energica, religiosa fino a sfiorare la superstizione, è legata alle convenzioni sociali e ad un concetto profondo di dignità della famiglia, motivo di sofferenza per il giovane Giacomo, che non riceve tutto l'affetto di cui avrebbe bisogno.
Fino al termine dell'infanzia Leopardi cresce comunque allegro, giocando volentieri con i suoi fratelli, soprattutto con Carlo e Paolina, che ama intrattenere con racconti ricchi di fervida fantasia. Crescendo, la sensibilità acuita dai continui rifiuti, dalle sofferenze psicologiche e fisiche, dà vita ai versi immortali che punteggiano la storia. Uno spettacolo in cui storia e letteratura si intrecciano, ma la vita dell’uomo resta in primo piano e conoscerla aiuta la comprensione del poeta.
Teatro Garage
IO, GIACOMO LEOPARDI
testi e regia Lorenzo Costa
con Federica Ruggero e Lorenzo Costa
scena Enrico Musenich consulenza musicale Francesco Nardi
luci Doriana Barbè
Il lavoro non ha la pretesa di essere esaustivo dell’opera e della vita di Leopardi, ma vuole soffermarsi sulle emozioni e le sofferenze di un uomo, di un grande letterato che, in anticipo di almeno un secolo, mise a nudo quel “ male di vivere” che divenne poi cardine di tanta letteratura e poesia del ‘900.
La messa in scena parte dalla presentazione degli accadimenti storici dell’epoca e di quelli privati della famiglia, per inquadrare il personaggio all’interno di un contesto che lo segna fin dalla prima infanzia.
Due attori-narratori - Federica Ruggero e Lorenzo Costa - introducono al clima storico-politico di fine ‘700, per soffermarsi sulle vicende di casa Leopardi. Da narratori diventano personaggi, in un’alternanza fra passato e presente rispecchiata anche dalla scena essenziale ed allusiva di Enrico Musenich.
Alla narrazione si alternano i versi delle poesie più emozionanti, rafforzati dalle musiche di scena a cura di Francesco Nardi, che propongono brani suggestivi e meno noti di autori contemporanei del poeta.
Quello che emerge sono i sentimenti più profondi dell’uomo, i dubbi, le speranze, le paure, il desiderio di vivere nonostante tutto. Nonostante la malattia che lo affligge e la presenza di due genitori “ingombranti” come Monaldo e Adelaide, che incideranno in modo significativo sulla sua formazione. Il padre, uomo di idee reazionarie, è amante degli studi; la madre, donna energica, religiosa fino a sfiorare la superstizione, è legata alle convenzioni sociali e ad un concetto profondo di dignità della famiglia, motivo di sofferenza per il giovane Giacomo, che non riceve tutto l'affetto di cui avrebbe bisogno.
Fino al termine dell'infanzia Leopardi cresce comunque allegro, giocando volentieri con i suoi fratelli, soprattutto con Carlo e Paolina, che ama intrattenere con racconti ricchi di fervida fantasia. Crescendo, la sensibilità acuita dai continui rifiuti, dalle sofferenze psicologiche e fisiche, dà vita ai versi immortali che punteggiano la storia. Uno spettacolo in cui storia e letteratura si intrecciano, ma la vita dell’uomo resta in primo piano e conoscerla aiuta la comprensione del poeta.
Teatro Garage
IO, GIACOMO LEOPARDI
testi e regia Lorenzo Costa
con Federica Ruggero e Lorenzo Costa
scena Enrico Musenich consulenza musicale Francesco Nardi
luci Doriana Barbè
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