E’ questo il risultato raggiunto grazie alla stretta collaborazione tra l’Amministrazione comunale e Banca Carige che hanno finanziato il progetto e la Cooperativa Sociale l’Ancora che gestisce il Centro, mettendo a disposizione i propri operatori.
Il C.A.G. è uno spazio libero dedicato ai ragazzi: tavolo da biliardo, ping-pong, sala computer e radio, calcio balilla e sala musica sono solo alcune delle attrazioni ludiche disponibili all’interno del Centro. Senza contare che all’esterno è stato allestito un ampio spazio attrezzato con strutture da skate. Ma il Centro aggregativo non è solamente una sala giochi o un parco divertimenti.
La finalità del progetto educativo che sottende all’idea da cui è nato il Centro di Taggia è quella di creare una comunità di giovani, fondata su di un vincolo di appartenenza e sulla condivisione di principi comuni; è quella inoltre di fornire uno spazio fisico che favorisca lo sviluppo di relazioni sane, che rilanci la partecipazione, stimoli il pensiero e le capacità progettuali personali. Obiettivo principale è naturalmente la prevenzione al disagio giovanile nelle sue diverse declinazioni. Per far ciò è necessario prima di tutto istaurare una relazione di fiducia coi ragazzi, il primo passo in questo senso è accogliere in modo incondizionato e senza giudizi chiunque si presenti al Centro.
La presenza dei due educatori, Andrea Siciliano e Barbara Ingrao, coordinati dallo Psicologo, il Dott. Paolo Zaffarano, è volta al sostegno e alla conduzione dei ragazzi all’interno di un percorso educativo definito. ..
L’importanza di Centri aggregativi come questo è da sempre riconosciuta dalle diverse amministrazioni locali che, unitamente agli enti di prevenzione sociale, continuano a investire risorse, a dispetto delle difficoltà economiche e dei tagli ai fondi per il sociale. Le ultime ricerche sulla prevenzione, del resto, hanno dimostrato che costruire reti sul territorio all’interno delle quali i ragazzi possano interfacciarsi con adulti di riferimento come gli educatori, costituisce un intervento decisamente più efficace rispetto ad altre forme di prevenzione tradizionali (ad esempio, gli incontri formativi nelle scuole sull’uso delle sostanze d’abuso).
Il C.A.G. è uno spazio libero dedicato ai ragazzi: tavolo da biliardo, ping-pong, sala computer e radio, calcio balilla e sala musica sono solo alcune delle attrazioni ludiche disponibili all’interno del Centro. Senza contare che all’esterno è stato allestito un ampio spazio attrezzato con strutture da skate. Ma il Centro aggregativo non è solamente una sala giochi o un parco divertimenti.
La finalità del progetto educativo che sottende all’idea da cui è nato il Centro di Taggia è quella di creare una comunità di giovani, fondata su di un vincolo di appartenenza e sulla condivisione di principi comuni; è quella inoltre di fornire uno spazio fisico che favorisca lo sviluppo di relazioni sane, che rilanci la partecipazione, stimoli il pensiero e le capacità progettuali personali. Obiettivo principale è naturalmente la prevenzione al disagio giovanile nelle sue diverse declinazioni. Per far ciò è necessario prima di tutto istaurare una relazione di fiducia coi ragazzi, il primo passo in questo senso è accogliere in modo incondizionato e senza giudizi chiunque si presenti al Centro.
La presenza dei due educatori, Andrea Siciliano e Barbara Ingrao, coordinati dallo Psicologo, il Dott. Paolo Zaffarano, è volta al sostegno e alla conduzione dei ragazzi all’interno di un percorso educativo definito. .
L’importanza di Centri aggregativi come questo è da sempre riconosciuta dalle diverse amministrazioni locali che, unitamente agli enti di prevenzione sociale, continuano a investire risorse, a dispetto delle difficoltà economiche e dei tagli ai fondi per il sociale. Le ultime ricerche sulla prevenzione, del resto, hanno dimostrato che costruire reti sul territorio all’interno delle quali i ragazzi possano interfacciarsi con adulti di riferimento come gli educatori, costituisce un intervento decisamente più efficace rispetto ad altre forme di prevenzione tradizionali (ad esempio, gli incontri formativi nelle scuole sull’uso delle sostanze d’abuso).
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