lunedì, giugno 01, 2009

Continua a cantare, Michael! dalla Rubrica "Piume in volo"

Come qualsiasi buona mamma, quando Karen seppe che stava aspettando un bebè, fece di tutto per aiutare suo figlio Michael di tre anni a prepararsi per questo nuovo evento. Seppero che il nuovo bebè era una bambina e, giorno e notte, Michael cantava alla sua sorellina che si trovava nel ventre di sua madre. Egli si stava affezionando alla sua sorellina nonostante non la conoscesse. La gravidanza di Karen progredì normalmente. In tempo cominciarono le doglie, i dolori erano ogni cinque, ogni tre e, finalmente, ogni minuto. Ma una complicazione si presentò improvvisamente: Karen ebbe ore di travaglio prima di partorire. Poi, dopo molte ore di lotta, la sorellina di Michael nacque, ma in pessime condizioni. La portarono subito con l'ambulanza all'Unità di terapia intensiva, sezione neonatale, dell'Ospedale St. Mary in Knoxville, Tennessee (USA). I giorni passavano e la bimba peggiorava. I pediatri dissero ai genitori: "Ci sono poche speranze, preparatevi al peggio". Karen e suo marito contattarono il cimitero locale ... Tuttavia, il piccolo Michael chiedeva a gran voce che gli lasciassero vedere la sua sorellina. "Voglio cantarle una canzoncina", ripeteva insistentemente. Non era permessa l'entrata di bambini nella Terapia Intensiva, ma Michael continuava a dire che voleva cantare per la sua sorellina. All'improvviso Karen si decise, portò Michael a vedere la sua sorellina, con o senza autorizzazione! Un'infermiera si rese conto dell'accaduto e si infuriò, ma Karen era irremovibile. Alzò Michael e lo portò accanto al letto della sorellina. Egli guardò la piccolina. Dopo un atttimo si mise a cantare. Michael le cantò la canzone "You're my sunshine": Sei la mia luce del sole, la mia unica luce, tu mi fai felice quando il cielo è grigio ...". Quasi da subito, la bimba cominciò a rispondere agli stimoli della voce di Michael, il suo polso cominciò a normalizzarsi. "Continua a cantare, Michael", gli chiedeva disperatamente sua mamma, con le lacrime agli occhi. Ed il bambino continuava: "Tu non saprai mai, amore, quanto ti amo. Per favore, non ti portare la mia luce del sole ...". Mentre Michael cantava, la bimba si muoveva e la sua respirazione diventava soave come quella di un gattino quando l'accarezzano. La sorellina di Michael si rilassava sempre più e finì per addormentarsi. "Continua a cantare, Michael", diceva ora pure l'infermiera, tra le lacrime. Il giorno dopo, la piccola era in perfette condizioni di salute. La rivista "Woman's Day" lo chiamò "Il miracolo della canzone del fratello". Ogni commento è superfluo. Consentitemi di aggiungere solo queste poche parole: non arrendetevi mai per le persone che amate. "La vostra fede sia fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio" (1 Cor. 2:5). La fede e l'amore sono potentissimi, specialmente quelli dei bambini. Confidate in Dio e date ascolto al vostro cuore piuttosto che alla fredda e sterile logica. Su: http://opinionivere.blogspot.com/
DANIELE BARBAROTTO

Nessun commento: