Un successo la presentazione del romanzo dello scrittore e poeta imperiese Maurizio Donte, nella cornice della edizione 2012 della Fiera del Libro di Imperia e di un numeroso pubblico.
Introdotto dalla verve dello scrittore sanremese Renato Tavanti e dalla ferrea preparazione dello storico Alessandro Giacobbe, l'autore ha svelato alcuni retroscena della stesura dell'imponente romanzo storico.
Tavanti chiedeva lumi sulla personalità così ben delineata dei numerosissimi personaggi (storici e inventati) che popolano il libro. Donte ha rivelato che dietro ai 120 personaggi in gioco, spesso si celano persone a lui conosciute e cari amici, da cui ha preso spunto, rivestendo del loro carattere e del loro modo di fare e di essere, gli attori della storia narrata.
Lo storico Giacobbe, oltre a lodare la correttezza e precisione con cui Donte ci descrive gli usi e costumi dei vari popoli che si incontrano nel romanzo, i Romani, i Parti, ma anche Greci, Siriani ed Egizi, metteva l'accento sul taglio di stile anglosassone del libro stesso, alla "Sliding doors", (porte scorrevoli) ovvero lo scrivere di fatti che avrebbero potuto essere, ma che non furono. Usanza questa, tipica degli autori britannici, ma assai poco seguita in Italia, dove il romanzo storico, generalmente, segue le sicure piste delle fonti lasciate dagli antichi, limitandosi a " romanzare la storia". Donte, con il suo lavoro scrupoloso e attento di documentazione, è andato ben oltre a questo; ha, in un certo senso, creato un mondo attendibile, all'apparenza realistico e tangibile, più reale del vero, ma quasi completamente inventato. E' la caratteristica saliente del romanzo, l'autore ci porta in una scorribanda su una realtà parallela di amori, intrighi, passione, lotte, tradimenti e battaglie che, in alcuni casi, come nel personaggio del principe Parto, Akmar Pahalavi Surena, raggiunge livelli avventurosi e toni salgariani. Come ha detto l'autore, un modo nuovo, di far romanzo e cultura, insieme.
Un libro da leggere, dunque, su più livelli: come sceneggiatura di un film, e come tale scorre e si dipana la narrazione sotto gli occhi del lettore, come romanzo, ma anche come libro storico, tante e tali sono le note esplicative che l'autore si premura di mettere a disposizione del lettore e infine, un libro che, in filigrana, tocca ironicamente le corde dell'attualità politica, mettendo con "insostenibile leggerezza" alla berlina, le manie e i tic di molti personaggi attuali ben noti al pubblico.
Introdotto dalla verve dello scrittore sanremese Renato Tavanti e dalla ferrea preparazione dello storico Alessandro Giacobbe, l'autore ha svelato alcuni retroscena della stesura dell'imponente romanzo storico.
Tavanti chiedeva lumi sulla personalità così ben delineata dei numerosissimi personaggi (storici e inventati) che popolano il libro. Donte ha rivelato che dietro ai 120 personaggi in gioco, spesso si celano persone a lui conosciute e cari amici, da cui ha preso spunto, rivestendo del loro carattere e del loro modo di fare e di essere, gli attori della storia narrata.
Lo storico Giacobbe, oltre a lodare la correttezza e precisione con cui Donte ci descrive gli usi e costumi dei vari popoli che si incontrano nel romanzo, i Romani, i Parti, ma anche Greci, Siriani ed Egizi, metteva l'accento sul taglio di stile anglosassone del libro stesso, alla "Sliding doors", (porte scorrevoli) ovvero lo scrivere di fatti che avrebbero potuto essere, ma che non furono. Usanza questa, tipica degli autori britannici, ma assai poco seguita in Italia, dove il romanzo storico, generalmente, segue le sicure piste delle fonti lasciate dagli antichi, limitandosi a " romanzare la storia". Donte, con il suo lavoro scrupoloso e attento di documentazione, è andato ben oltre a questo; ha, in un certo senso, creato un mondo attendibile, all'apparenza realistico e tangibile, più reale del vero, ma quasi completamente inventato. E' la caratteristica saliente del romanzo, l'autore ci porta in una scorribanda su una realtà parallela di amori, intrighi, passione, lotte, tradimenti e battaglie che, in alcuni casi, come nel personaggio del principe Parto, Akmar Pahalavi Surena, raggiunge livelli avventurosi e toni salgariani. Come ha detto l'autore, un modo nuovo, di far romanzo e cultura, insieme.
Un libro da leggere, dunque, su più livelli: come sceneggiatura di un film, e come tale scorre e si dipana la narrazione sotto gli occhi del lettore, come romanzo, ma anche come libro storico, tante e tali sono le note esplicative che l'autore si premura di mettere a disposizione del lettore e infine, un libro che, in filigrana, tocca ironicamente le corde dell'attualità politica, mettendo con "insostenibile leggerezza" alla berlina, le manie e i tic di molti personaggi attuali ben noti al pubblico.
Nessun commento:
Posta un commento