lunedì, luglio 06, 2009

Arrivo a Sanremo di Pier Mario Telmon

E’ arrivato a Sanremo nella serata del 2 luglio, dopo dieci giorni di navigazione nel mediterraneo, tra le condizioni di vento più disparate, qualche avaria e tante emozioni.
Sicuramente è stata un’esperienza che Pier Mario Telmon non dimenticherà per il resto della vita. Dopo anni in cui ha pensato di realizzare un sogno, la navigazione in solitaria, finalmente è riuscito a portarlo a termine, partendo da Sanremo il 22 giugno, alla volta del Golfo del Leone, quindi delle Baleari, e poi ancora il temibile Golfo del Leone, la Sardegna, la Corsica e l’arrivo a Sanremo alle 19,30 del 2 luglio, dopo dieci giorni in solitaria e ottocento miglia marine di navigazione.
“Questo era un piccolo ‘esperimento’ – sorride soddisfatto Pier Telmon, avvocato sanremese di 45 anni, - in realtà l’obiettivo è di fare la traversata atlantica in solitario; non sono più interessato alle regate, il mio desiderio è solo quello di navigare, di ritrovare l’antico ritmo tra l’uomo e il mare.”La navigazione a bordo di Fabiola, Show 38, è stata in alcuni tratti alquanto impegnativa sia per una forte perturbazione, che ha provocato la rottura delle vele, sostituite da quelle di rispetto, sia per un paio di avarie che ha subito l’imbarcazione e che hanno costretto Telmon a rifugiarsi prima al porto di Palamos, in Spagna, poi in quello di Porto Torres.
In queste occasioni Pier Mario Temon è stato assistito in modo eccelso in entrambi i porti; a Porto Torres, la locale capitaneria di Porto, e in particolare il sottufficiale Mario Andreoli, si è prodigata per aiutarlo in mare, in quanto era senza motore ausiliario, indispensabile per la sicurezza, e a terra, aiutandolo a trovare il più valido supporto.
“Mi ha colpito molto la solidarietà che queste persone hanno saputo esprimere. È la vera fratellanza degli uomini di mare. La Capitaneria di Porto è stata fantastica, come pure Falchi Gavino, un serio professionista di Porto Torres, che per un’intera giornata ha lavorato per mettermi nelle condizioni di ripartire, regalandomi a grande prova della fratellanza tra la gente di mare una bandiera della Sardegna”. Al di là dei problemi, le giornate in navigazione per Pier Mario Telmon hanno avuto un ritmo molto particolare; venti minuti di sonno e cinque di veglia, durante la notte, un’ora intera durante le ore solari, alimentazione a base di uova sode, nei momenti più difficili, normale se il tempo lo permetteva, giornate trascorse tra rilevamenti, manutenzione dell’imbarcazione, letture, seguendo molto i consigli di Manfred Markel, un navigatore solitario, che non ha risparmiato i suggerimenti.
Per quanto riguarda la sicurezza durante la navigazione Telmon è sempre stato assicurato con la “life line”, la cintura di sicurezza, e ha verificato le condizioni meteorologiche, fornite tramite satellitare da Meteomed ogni ora, mentre il sistema di localizzazione Geomat ha sempre permesso di seguire l’imbarcazione, anche tramite Internet.
“Uno dei fattori fondamentali per la riuscita di questa navigazione è stato il sostegno di Laura Capponi, che non solo mi ha spronato a realizzare questo mio sogno, ma mi è stata vicina, in ogni modo possibile, durante tutta la traversata – commenta Pier Mario Telmon-. Vederla al molo al mio arrivo è stata una grande emozione”

1 commento:

mary ha detto...

ciao,sono la figlia di pier,mi chiamo marienne. sono fiera di mio padre ke è riuscito a realizzare il suo sogno,navigare da solo cn la sua fabiola. peccato ke io nn gli abbia dato sostegno,visto ke sarei sua figlia...ma nn importa,a lui capita. papà continua il tuo sogno,baci minù...