L’Associazione di categoria: non si possono penalizzare gli immobili per i quali la legge prevede agevolazioni. Chiara anche l’interpretazione della Fondazione Studi dell’Anci
Continua l’azione di Confcommercio per cercare di evitare che l’introduzione dell’Imu vada a massacrare ulteriormente i negozianti. Tenendo conto dell’interpretazione fornita dall’Ifel, Fondazione Studi dell’Anci, la richiesta di cui si fa portavoce anche Confcommercio Imperia è chiara e precisa: non si possono penalizzare gli immobili per cui la legge prevede solo eventuali agevolazioni. Gli immobili dati in affitto o quelli posseduti da imprese in caso di differenziazione di aliquote dovrebbero mantenersi su un livello almeno non superiore all’aliquota di base pari allo 0,76. Ovvero niente “sorprese” di aumento dello 0,30 con aliquota finale fissata addirittura al 10,6 per mille.
“La nostra posizione è nota da tempo e questo parere ci conforta – spiegano alla Confcommercio provinciale di Imperia - Da tale interpretazione sulla “manovrabilità” delle aliquote Imu, si può fondatamente ritenere che il legislatore abbia voluto individuare nell’aliquota di base del 7,6 per mille un livello massimo di aliquota. Per gli immobili strumentali delle imprese, per espressa norma di legge è prevista la sola “facoltà” di riduzione dell’aliquota al 4 per mille. Questo, tra l’altro, risulterebbe coerente con la definizione di “agevolazioni” diffusa da una Circolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 18 maggio 2012. Riteniamo, quindi, che - al fine di scongiurare l’eventuale aumento dell’aliquota di base per gli immobili strumentali delle imprese – sia doveroso portare all’attenzione dei Comuni e sostenere l’interpretazione fornita dall’Ifel-Anci, in merito alla “non applicabilità” agli immobili posseduti dalle imprese della “maggiorazione” dell’aliquota di base del 7,6 per mille. Proprio in quest’ottica Confcommercio Imperia invierà una nota a tutti i comuni del territorio provinciale al fine di sensibilizzarli su un tema così delicato per il futuro del nostro settore produttivo”.
Continua l’azione di Confcommercio per cercare di evitare che l’introduzione dell’Imu vada a massacrare ulteriormente i negozianti. Tenendo conto dell’interpretazione fornita dall’Ifel, Fondazione Studi dell’Anci, la richiesta di cui si fa portavoce anche Confcommercio Imperia è chiara e precisa: non si possono penalizzare gli immobili per cui la legge prevede solo eventuali agevolazioni. Gli immobili dati in affitto o quelli posseduti da imprese in caso di differenziazione di aliquote dovrebbero mantenersi su un livello almeno non superiore all’aliquota di base pari allo 0,76. Ovvero niente “sorprese” di aumento dello 0,30 con aliquota finale fissata addirittura al 10,6 per mille.
“La nostra posizione è nota da tempo e questo parere ci conforta – spiegano alla Confcommercio provinciale di Imperia - Da tale interpretazione sulla “manovrabilità” delle aliquote Imu, si può fondatamente ritenere che il legislatore abbia voluto individuare nell’aliquota di base del 7,6 per mille un livello massimo di aliquota. Per gli immobili strumentali delle imprese, per espressa norma di legge è prevista la sola “facoltà” di riduzione dell’aliquota al 4 per mille. Questo, tra l’altro, risulterebbe coerente con la definizione di “agevolazioni” diffusa da una Circolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 18 maggio 2012. Riteniamo, quindi, che - al fine di scongiurare l’eventuale aumento dell’aliquota di base per gli immobili strumentali delle imprese – sia doveroso portare all’attenzione dei Comuni e sostenere l’interpretazione fornita dall’Ifel-Anci, in merito alla “non applicabilità” agli immobili posseduti dalle imprese della “maggiorazione” dell’aliquota di base del 7,6 per mille. Proprio in quest’ottica Confcommercio Imperia invierà una nota a tutti i comuni del territorio provinciale al fine di sensibilizzarli su un tema così delicato per il futuro del nostro settore produttivo”.
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