martedì, aprile 17, 2012

Venerdì 20 Aprile concerto del sanremese Ciro Perrino al Teatro del Casino

Recital di pianoforte dal titolo “Piccole ali nel vento”
Un musicista sanremese a 360 gradi, quale è Ciro Perrino, sarà protagonista dello spettacolo di venerdì 20 aprile (ore 21) sul palcoscenico del Teatro dell’Opera del Casino. Perrino per la prima volta si presenta all’appuntamento con il pubblico in veste di solista, suonando il pianoforte. E per la prima volta si propone in questo modo a Sanremo, la sua città.
“Piccole ali nel vento”, titolo dell’intenso recital di pianoforte, raccoglie brani che si alternano a brevi interventi affidati allo stesso Ciro ed alla voce recitante di Loredana De Flaviis: una modalità che persegue il desiderio dell’artista di offrire spazi all’immaginazione di chi si pone all’ascolto, in un fluire di sensazioni e suggestioni. Le atmosfere evocate dal pianoforte tendono infatti a trasportare in un mondo fluttuante e ricco di paesaggi, così come le parole aiutano a rendere comprensibile la natura profonda del viaggio e della provenienza dei linguaggi dai territori dell’anima e dello spirito.
I biglietti (posto unico a 10 euro) sono acquistabili alla cassa del Teatro dell’Opera, aperta mercoledì 18 e venerdì 20 aprile (ore 16/19 e venerdì 20 anche 20.30/21).
E’ possibile prenotare i posti a sedere, contattando la Cooperativa CMC-Sanremo al numero di telefono 0184.544633
Il concerto, che rientra nella rassegna Made in Ponente, è l’ultimo atto dell’intera programmazione de “Il rosso e il nero”, stagione teatrale 2011-12 del Casino di Sanremo, curata da Nidodiragno Produzioni/Cooperativa CMC.
Ciro Perrino
Nasce a Sanremo dove inizia la sua attività come batterista e percussionista. Nel 1970 è uno dei fondatori del gruppo progressivo Il Sistema, considerato fondamentale per l’impegno nella ricerca musicale di una sintesi riuscita tra varie forme espressive spaziando dal rock alla musica colta. Nel 1972 Perrino è alla guida di Celeste, il cui album “Principe di un giorno”, rappresenta ancora oggi una basilare fonte di ispirazione per tutti quei musicisti di nuova generazione interessati al “progressive rock” più etereo e delicato, vicino a tratti a certi King Crimson. Perrino prosegue la sua carriera artistica attraverso un’intensa attività che lo porta alla sperimentazione di nuove forme musicali legate all'uso di strumentazioni elettroniche in diverse band: St. Tropez, Snc e La Compagnia Digitale. Nel 1979 Perrino decide di intraprendere una carriera solista e pubblica “Solare”, lavoro interamente strumentale contenente otto brani musicali, ognuno dedicato a un pianeta del nostro sistema solare, non lontano da ciò che Jean Michel Jarre stava facendo all'epoca. Del 1990 è “Far East” i cui brani, ispirati dalla cultura orientale, evocano forti suggestioni attraverso l'uso creativo di strumentazioni elettroniche. Segue “The Inner Garden”, lavoro caratterizzato da brani ispirati a lavori di autori contemporanei senza dimenticare la presenza avvertibile di richiami alla musica del seicento italiano. Quest’ultimo è forse l’album che consente a Perrino di essere conosciuto anche all’estero, grazie alla buona distribuzione europea, americana e giapponese. Alla fine del 1994 esce “Moon in the Water” cui segue, quattro anni dopo, “De Rerum Natura”. Segue un lungo periodo di studi che dà origine a “L'Isola” del 2002. L'opera nasce dalla visita al lago d’Orta in occasione di un concerto. La prima versione del lavoro è registrata con un’orchestra sinfonica che si rivela perfetta per poter utilizzare tutti i colori della tavolozza timbrica che solo un organico classico può offrire. Pur essendo soddisfatto del risultato lentamente si fa strada in Perrino il desiderio di rileggere le composizioni in un’altra chiave più terrena e carnale, eliminando il grosso degli archi, potenziando il lato percussivo, esplorando i ritmi inespressi della prima versione ed infine rendendo la voce umana più presente nell'esposizione delle melodie. Ecco quindi nel 2006 la pubblicazione della nuova versione, che mantiene il titolo della precedente e le sue composizioni ma che ne costituisce l’altra metà del cielo. Le melodie ritrovano così la loro essenzialità nell’esecuzione dell’ensemble di dodici musicisti e risultano maggiormente “centrate” grazie alla presenza costante delle percussioni, asse portante nella concezione e nello sviluppo dei brani.

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