martedì, febbraio 15, 2011

LE ASSOCIAZIONI PROVINCIALE E REGIONALE DEGLI ALLEVATORI RISCHIANO LA CHIUSURA DOPO IL TAGLIO DELLE SOVVENZIONI STATALI......

L'A.P.A. - Associazione Provinciale degli Allevatori di Genova e l'A.R.A. - Associazione Regionale degli Allevatori della Liguria sono a un passo dal tracollo, per questioni finanziarie. E' il bruttissimo e drammatico esito dopo la mancata conferma per il 2011 dei finanziamenti alle Associazioni degli Allevatori. Nel decreto Milleproroghe, attualmente in discussione al Senato, non sono stati infatti inseriti dal governo i 65 milioni di euro necessari per consentire il lavoro delle associazioni regionali e provinciali, comprese quella ligure e quella genovese. Ed ecco che Marco Parodi, presidente di A.P.A. E di A.R.A., e Giampaolo Risso, coordinatore dell'A.P.A. (Via Vittorio Veneto 149, Mignanego - Genova; tel. 010 581938), lanciano l'allarme, nella speranza di un ravvedimento dell'ultima ora da parte della politica. «Senza il finanziamento alle Associazioni Allevatori - affermano i due rappresentanti locali - sono a rischio la sicurezza alimentare e il made in Italy. Anche nella nostra provincia l'Associazione Allevatori opera da circa 40 anni e con la sua attività ha permesso il mantenimento di un'importante presenza di Allevatori sul territorio. L'importanza della presenza degli allevatori, che spesso viene ricordata solo per la funzione di tutela del territorio, è invece rilevante anche per le produzioni che gli stessi allevatori realizzano e che vendono diterramente in quantitativi sempre crescenti sul mercato locale». Sono i prodotti a Km zero e i prodotti tracciati dall'A.P.A., che si trovano un po' in tutta la provincia e le cui caratteristiche organolettiche sono strettamente legate al territorio di origine. «Pensiamo - proseguono Parodi e Risso - al latte crudo dei distributori automatici, la carne fresca venduta direttamente in azienda, i formaggi derivati dalle lavorazioni artigianali dei minicaseifici, i prodotti unici e rari come il formaggio di cabannina e la crescenza per la focaccia di Recco. Produzioni che sono realizzate su piccola scala ma che sono comunque attentamente controllate dai Tecnici del sistema allevatori, che dispongono sul territorio di un laboratorio accreditato per le Analisi delle Produzioni Zootecniche, con sede in Masone. Senza finanziamenti, tutto questo lavoro di rigoroso controllo della catena alimentare rischia di scomparire per sempre. Per questi motivi confidiamo che ci sia ancora il tempo per per porre rimedio ad un errore così grave e carico di conseguenze anche sul futuro delle nuove generazioni di allevatori che rappresentano la linfa vitale del nostro sitema». Sul territorio della provincia di Genova, sono ad oggi controllate dall'A.P.A. 157 aziende zootecniche con circa 900 vacche da latte e altrettante fattrici da carne. Da queste vacche si ottengono circa 47.000 quintali di latte all'anno e oltre 1000 vitelloni venduti direttamente sul mercato locale. La biomassa foraggera asportata per la sola attività di allevamento dei bovini è di oltre 5000 ettari, corrispondente ad un significativo beneficio in termini stabilità del territorio montano. La mappa dei prodotti zootecnici controllati dall'A.P.A. è ampiamente indicata nei siti Internet www.lacarnedigenova.com, www.lattecrudoinliguria.com, www.ucabanin.com.

All'allarme di Marco Parodi, Giampaolo Risso e tutti gli allevatori liguri, si unisce anche quello di Nino Andena, presidente dell'A.I.A. - Associazione Italiana Allevatori (Internet: www.aia.it): «La serietà - afferma - non viene più premiata. Non posso credere che la politica italiana sia così miope da abbandonare gli Allevatori decidendo di non destinare più risorse al sistema zootecnico nazionale. Sino all'anno scorso lo Stato investiva 65 milioni di euro per promuovere la sicurezza alimentare, il miglioramento genetico, il benessere animale e la competitività delle stalle italiane. Oggi i fondi passano improvvisamente a zero. Spero che il mondo politico abbia ben chiaro cosa rischia il sistema Italia se gli allevatori verranno privati di queste risorse, necessarie per garantire al consumatore i livelli qualitativi e gli standard di sicurezza alimentare che oggi possiamo offrire a tutta la società. L'emergenza mozzarella blu e la presenza sul mercato di carni suine estere alla diossina testimoniano l'esigenza di investire in questa direzione con continuità e senza pericolosi cambi di rotta. Chi ha scelto di cancellare le risorse per il sistema allevatori è consapevole del fatto che, dalla sera alla mattina, non potremmo più garantire un'attività che la Cassazione stessa ha definito di rilevante interesse pubblico? Non vi è giorno in cui il mondo politico e produttivo auspica investimenti a favore della competitività, ma poi, al momento di decidere, con un colpo di spugna si smantella un sistema efficiente, che ha saputo crescere negli anni e che oggi è fra i più performanti al mondo. Che senso ha tutto ciò?».

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