Una singolare mostra di dipinti di Mariano Amato (www.marianoamato.it) si inaugura il prossimo 10 Dicembre alle ore 18,300 presso la celebre e antica Torretta Valadier sul Ponte Milvio a Roma, uno dei luoghi storici e suggestivi più riprodotti dagli artisti europei di tutti i tempi.
Una ventina di dipinti realizzati con tecniche miste vi troveranno ospitalità dal 10 al 16 dicembre con i seguenti orari: 16,00-20-00 sabato e domenica 10.00/13,00 - 16,00/19,00 grazie al XX Municipio di Roma – Assessorato alla Cultura che si avvale anche del patrocinio di Roma Capitale-Assessorato alle Politiche Culturali e alla Comunicazione. L’organizzazione dell’evento è a cura del Museo Parigino a Roma che rende omaggio con questa esposizione alla nostra Capitale notoriamente gemellata con Parigi.. Di origini siciliane, Mariano Amato nasce a Roma, città nella quale sviluppa l' intero suo complesso e variegato percorso artistico. Dopo un intenso periodo di apprendimento, vissuto, nel caparbio impegno teso ad impadronirsi delle tecniche pittoriche, intraprende da oltre trent’anni la realizzazione di alcuni dipinti, per il gusto di dare corpo alle proprie esperienze ed emozioni, da condividere con il suo pubblico. Proprio al contatto con il grande pubblico egli arriva grazie al proprio attivismo civile e politico tramite numerose realizzazionii grafiche che vanno a fare da cornice ad importanti eventi di matrice sindacale. A partire dagli anni '90 le opere dell'artista figurano in varie rassegne pubbliche: viene selezionato per la mostra ”L' arte a Roma”, promossa dal Comune di Roma - Sovrintendenza ai Beni Culturali, nel quadro delle iniziative organizzate dalla galleria Comunale di Arte Moderna e Contemporanea. Come scrive la critica, "la pittura di Mariano Amato nasce dal suo vissuto quotidiano, dagli oggetti e dalle suggestioni della sua esistenza" e questo vissuto prende le forme abbastanza di frequente nell'oggetto che l'artista ha sentito di più come fonte di ispirazione. Le moto di Mariano Amato continuano a visitare contesti in cui la fruizione dell'arte si combina con il piacere delle persone di stare assieme. Nascono gli eventi come quello dell' Area Domus ed appuntamenti in locali romani come Nabel, Extra, Caffe Latino e vari altri. Nell’esperienza dell'artista assumono particolare rilievo anche la proficua collaborazione con il Museo Parigino a Roma (del quale ha creato anche il logo ) e con l' Associazione Athena Parthenos, nonché una presenza al Festival dei due Mondi di Spoleto. Questa ultima suggella l'attitudine a calcare anche palcoscenici sofisticati ed esclusivi, a cui si addicono queste opere intense, energetiche e materiche. Partecipa alla mostra “Moto Guzzi-Il Sogno Italiano”, una esposizione dedicata alla nota casa costruttrice di moto nel Complesso del Vittoriano a Roma.
.Moti dell'animo affidati alle dominanti forti di colori certi, afferma Cesare Nissirio, ma anche fantasie vertiginose prepotentemente oniriche,”oiseaux rebelles”, che Amato non riesce mai a dominare. Le sue moto raffigurano il turbine dell'artista sin dalla sua infanzia, il suo andare piu veloce, il voler precorrere il tempo. Le moto di amato sono feticci, oggetti di cult, presenze di famiglia, della memoria, del narrare e del vivere quotidiano che egli tinge di colori accesi non solo in quanto cromie dominanti della sua tavolozza ma anche e soprattutto affinché sopravvivano luminose nel ricordo. Moto mai statiche, sempre protese, inomite, sempre pronte ad una partenza fulminea, improvvisa verso nuove terre, nuovi campi fecondi di messi e di vita. La pittura di Amato, incalza Ludovico Pratesi, scaturisce dal suo vissuto quotidiano, dagli oggetti e dalle suggestioni della sua esperienza. Luoghi immaginati, paesaggi colti e interpretati con una sorta di gioiosa immediatezza, segni e colori che si dispongono seguendo gli impulsi della mano, la freschezza del gesto. Riferimenti all'attualità, intesa come generatrice di istanze artistiche, crogiuolo di fatti e notizie capaci di produrre stimoli pittorici. Un modo franco e diretto di raccontare la propria realtà creando un preciso codice di relazioni e significati utilizzando il gesto pittorico come codice linguistico, capace di produrre un universo di immagini in bilico tra astrazione e figurazione.
Una ventina di dipinti realizzati con tecniche miste vi troveranno ospitalità dal 10 al 16 dicembre con i seguenti orari: 16,00-20-00 sabato e domenica 10.00/13,00 - 16,00/19,00 grazie al XX Municipio di Roma – Assessorato alla Cultura che si avvale anche del patrocinio di Roma Capitale-Assessorato alle Politiche Culturali e alla Comunicazione. L’organizzazione dell’evento è a cura del Museo Parigino a Roma che rende omaggio con questa esposizione alla nostra Capitale notoriamente gemellata con Parigi.. Di origini siciliane, Mariano Amato nasce a Roma, città nella quale sviluppa l' intero suo complesso e variegato percorso artistico. Dopo un intenso periodo di apprendimento, vissuto, nel caparbio impegno teso ad impadronirsi delle tecniche pittoriche, intraprende da oltre trent’anni la realizzazione di alcuni dipinti, per il gusto di dare corpo alle proprie esperienze ed emozioni, da condividere con il suo pubblico. Proprio al contatto con il grande pubblico egli arriva grazie al proprio attivismo civile e politico tramite numerose realizzazionii grafiche che vanno a fare da cornice ad importanti eventi di matrice sindacale. A partire dagli anni '90 le opere dell'artista figurano in varie rassegne pubbliche: viene selezionato per la mostra ”L' arte a Roma”, promossa dal Comune di Roma - Sovrintendenza ai Beni Culturali, nel quadro delle iniziative organizzate dalla galleria Comunale di Arte Moderna e Contemporanea. Come scrive la critica, "la pittura di Mariano Amato nasce dal suo vissuto quotidiano, dagli oggetti e dalle suggestioni della sua esistenza" e questo vissuto prende le forme abbastanza di frequente nell'oggetto che l'artista ha sentito di più come fonte di ispirazione. Le moto di Mariano Amato continuano a visitare contesti in cui la fruizione dell'arte si combina con il piacere delle persone di stare assieme. Nascono gli eventi come quello dell' Area Domus ed appuntamenti in locali romani come Nabel, Extra, Caffe Latino e vari altri. Nell’esperienza dell'artista assumono particolare rilievo anche la proficua collaborazione con il Museo Parigino a Roma (del quale ha creato anche il logo ) e con l' Associazione Athena Parthenos, nonché una presenza al Festival dei due Mondi di Spoleto. Questa ultima suggella l'attitudine a calcare anche palcoscenici sofisticati ed esclusivi, a cui si addicono queste opere intense, energetiche e materiche. Partecipa alla mostra “Moto Guzzi-Il Sogno Italiano”, una esposizione dedicata alla nota casa costruttrice di moto nel Complesso del Vittoriano a Roma.
.Moti dell'animo affidati alle dominanti forti di colori certi, afferma Cesare Nissirio, ma anche fantasie vertiginose prepotentemente oniriche,”oiseaux rebelles”, che Amato non riesce mai a dominare. Le sue moto raffigurano il turbine dell'artista sin dalla sua infanzia, il suo andare piu veloce, il voler precorrere il tempo. Le moto di amato sono feticci, oggetti di cult, presenze di famiglia, della memoria, del narrare e del vivere quotidiano che egli tinge di colori accesi non solo in quanto cromie dominanti della sua tavolozza ma anche e soprattutto affinché sopravvivano luminose nel ricordo. Moto mai statiche, sempre protese, inomite, sempre pronte ad una partenza fulminea, improvvisa verso nuove terre, nuovi campi fecondi di messi e di vita. La pittura di Amato, incalza Ludovico Pratesi, scaturisce dal suo vissuto quotidiano, dagli oggetti e dalle suggestioni della sua esperienza. Luoghi immaginati, paesaggi colti e interpretati con una sorta di gioiosa immediatezza, segni e colori che si dispongono seguendo gli impulsi della mano, la freschezza del gesto. Riferimenti all'attualità, intesa come generatrice di istanze artistiche, crogiuolo di fatti e notizie capaci di produrre stimoli pittorici. Un modo franco e diretto di raccontare la propria realtà creando un preciso codice di relazioni e significati utilizzando il gesto pittorico come codice linguistico, capace di produrre un universo di immagini in bilico tra astrazione e figurazione.
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