venerdì, marzo 19, 2010

SE TRA LE PECORE ANCHE I LUPI ABBANDONANO LA AMAIE, ARRIVANO GLI SCIACALLI

Riprendendo l’ironico spot elettorale di Marco Lupi, cogliamo l’occasione per riportare in primo piano la questione AMAIE. Ormai le posizioni della Lega Nord e del Pdl di Sanremo riguardo il futuro della società sono assolutamente chiare, ovvero, si valuta concretamente di cedere almeno il 40% delle quote ad un socio privato che porti un’iniezione di “capitale e di capacità manageriale” che, pare, siano assenti nella nostra città. Deve essere chiaro che questo significa che un privato diventerà “proprietario formale” di beni pubblici, realizzati anche con le tasse e le bollette pagate nel corso degli anni dai sanremesi. La necessità di questo ingresso sarebbe dovuta all’impossibilità per la stessa società di riuscire a ripianare il deficit accumulato, e alla contemporanea impossibilità di un intervento comunale.
Chiediamo allora: chi ripagherà il socio privato del capitale investito? Quali saranno le sue fonti di guadagno?
Sicuramente i cittadini attraverso il sensibile aumento delle tariffe.
Sicuramente i cittadini attraverso il peggioramento del servizio, per il taglio sul costo del lavoro.
Sicuramente i cittadini a causa dei minori investimenti effettuati.
E questo non è teoria, ma sono i fatti riscontrabili in Italia ove nella gestione sia entrato, anche come socio di minoranza, un privato. Lo conferma la Corte dei Conti nel recentissimo rapporto “Obiettivi e risultati delle operazioni di privatizzazione di partecipazioni pubbliche” (25 febbraio 2010), nel quale si afferma che l'aumento della capacità di generare profitti delle utilities privatizza­te «è in larga parte dovuto più che a recuperi di efficienza sul lato dei costi, all'aumento delle tariffe che, infatti, risultano notevolmente più elevate di quelle richieste agli utenti di altri Paesi europei». E nello specifico “si osserva una dinamica dei prezzi molto accentuata soprat­tutto nel settore dell’acqua…..”
Quindi la “mitica” supremazia del privato sul pubblico pare essere sconfessata. Per far tornare in attivo le aziende privatizzate, i nuovi gestori si sono limitati ad aumentare le tariffe contando sulle posizioni di forza da loro occupate.
Questo è il futuro che si vuole per Sanremo?
Questa è l’unica soluzione possibile per salvaguardare un bene fondamentale della nostra comunità?
Per riprendere la metafora del mondo animale adoperata dal Presidente Lupi, il privato sembra pro­prio essere lo Sciacallo.
E allora, in una regione di Pecore, devono proprio essere i Lupi ad abbandonarci agli Sciacalli?
Per l’associazione Sanremo sostenibile
Francesca Antonelli
Giuseppe Longo


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