Non c’è pace per i gatti di Via Copernico. L’Oasi Felina sulle alture di Borgoratti, nel levante genovese, è sempre meno ricovero dei mici e sempre più terreno di battaglia. Il Comune di Genova ha annunciato lo spostamento di una delle casette verdi che offrono riparo ai gatti dal freddo e dalle intemperie. La “gattara” Maria Trocchia, presidente dell’Associazione Gattofili Genovesi Onlus (Salita del Prione 20/1,Internet: www.assgattofiligenovesi.it), sale sulle barricate e minaccia «iniziative plateali, se vedrò arrivare i Vigili da queste parti per spostare la capanna». Un ritiro tutt’altro che “buono”, per i gatti della zona, visto che il braccio di ferro tra privati e amministrazione dura da anni. Per il momento, la signora Trocchia ha trovato l’appoggio di Donatella Mascìa, vice-coordinatore metropolitano del Pdl, e di Matteo Campora, capogruppo del Pdl in Consiglio Comunale (nella foto). È proprio la Mascìa a ripercorrere la storia: «Questa casetta - racconta - si trova su un terreno che il Comune di Genova, anni fa, ha affidato in concessione alla signora Emilia Bonino, proprio per dare ricovero ai numerosi gatti della zona. Da qualche tempo, è l’Associazione Gattofili Genovesi Onlus, nella persona di Maria Trocchia, a prendersi cura dei felini, circa una quindicina, e tutti sterilizzati a spese dei volontari. Il problema è che la casetta, dov’è collocata, dà fastidio a qualche residente. E sono queste persone che hanno rivolto le loro proteste al Comune». «Peccato - ricorda Maria Trocchia - che è proprio il Comune che tempo fa diede parere favorevole all’installazione, su decisione dell’allora assessore Luca Dallorto e su progetto dell’architetto Rizzi del Patrimonio edilizio». Oggi, invece, «si dice che quella stessa capanna, nella identica posizione, non è più sicura». Mascìa e Campora sono perplessi: «Com’è possibile che il Comune si rimangi la parola? È evidente che la casetta dà fastidio, ma i motivi veri non li conosciamo. Vediamo invece come vengano tollerate altre due casette ex contadine ormai fatiscenti e come, in un’area definita di pubblico utilizzo e, al contrario, con il cancello sempre chiuso, ci siano un barbecue con tanto di bombola a gas lasciata a cielo aperto e una capanna identica a quella dei gatti. Se proprio vogliamo parlare di sicurezza, bisogna guardarsi intorno...». E la Mascìa rincara: «Da ingegnere, ho visionato la casetta dei gatti, e posso dire che è assolutamente in sicurezza». Quanto a Campora, ha già annunciato un’interrogazione rivolta all’assessore comunale di competenza, Pinuccia Montanari, «per far luce sulla situazione. Vogliamo sapere come il Comune spende i soldi dei contribuenti». Se la casetta venisse spostata, «è stata individuata una zona - osserva Maria Trocchia - dove le acque non sono regimentate e quindi al primo acquazzone si allagherebbe sicuramente. A ogni spostamento, poi (ce ne sono già stati due in pochi mesi, ndr), questa casetta è stata danneggiata. E io non posso andare avanti a farla riparare a mie spese». Altri problemi si riscontrano nell'Oasi Felina adiacente. Anche qui le acque non sono regimentate, nonostante i lavori siano stati eseguiti di recente: «L’Oasi Felina - dice Donatella Mascìa - fu inaugurata ad agosto 2008 e già allagata a settembre 2008. Lascio intendere come siano stati eseguiti i lavori. L’Associazione Gattofili non gode di sovvenzioni e non chiede nulla, ma esige, perlomeno, un po’ più di rispetto».
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