E' morto oggi Gino Giugni, politico ed ex ministro considerato il "padre" dello Statuto dei Lavoratori, la legge del 1970 che tutela i dipendenti delle imprese. Lo ha annunciato in un comunicato la fondazione Giacomo Brodolini, di cui Giugni, 82 anni, è stato il primo presidente. "Con Gino Giugni - ha riferito il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando - ci lascia un esponente tra i più lucidi della cultura riformista italiana. Colpito dalla barbara violenza del terrorismo, a lui devono moltissimo i diritti dei lavoratori italiani. Sono vicino ai familiari e ai suoi amici. La politica che vuole migliorare il nostro paese deve ispirarsi al suo insegnamento."
Nato a Genova nel 1927, Luigi, detto Gino, Giugni è stato avvocato e docente di diritto, prima di dedicarsi alla politica. Nel 1969 fu insediato a capo della commissione nazionale incaricata di redigere lo Statuto, varato l'anno successivo e che tutela "libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento".
Nel 1983, Giugni fu ferito in un attentato rivendicato dalle Brigate Rosse e fu eletto in Senato nelle liste del Partito socialista italiano. Tra i vari incarichi parlamentari, ricoprì anche quello di presidente della commissione per il lavoro e la sicurezza sociale di Palazzo Madama.
All'inizio degli anni 90 fu presidente del Psi, poi ministro del lavoro nel governo guidato dall'ex presidente di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi. Dopo essere stato eletto nel '94 deputato con la lista di sinistra dei Progressisti (fino al '96), tornò poi a insegnare all'Università, lasciando l'impegno diretto in politica ma restando vicino al centrosinistra.
Domani la figura di Giugni sarà ricordata a Roma, nel corso di una manifestazione alle 12 con i segretari di Cgil, Cisl e Uil davanti alla Sede del Cnel.
Nato a Genova nel 1927, Luigi, detto Gino, Giugni è stato avvocato e docente di diritto, prima di dedicarsi alla politica. Nel 1969 fu insediato a capo della commissione nazionale incaricata di redigere lo Statuto, varato l'anno successivo e che tutela "libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento".
Nel 1983, Giugni fu ferito in un attentato rivendicato dalle Brigate Rosse e fu eletto in Senato nelle liste del Partito socialista italiano. Tra i vari incarichi parlamentari, ricoprì anche quello di presidente della commissione per il lavoro e la sicurezza sociale di Palazzo Madama.
All'inizio degli anni 90 fu presidente del Psi, poi ministro del lavoro nel governo guidato dall'ex presidente di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi. Dopo essere stato eletto nel '94 deputato con la lista di sinistra dei Progressisti (fino al '96), tornò poi a insegnare all'Università, lasciando l'impegno diretto in politica ma restando vicino al centrosinistra.
Domani la figura di Giugni sarà ricordata a Roma, nel corso di una manifestazione alle 12 con i segretari di Cgil, Cisl e Uil davanti alla Sede del Cnel.
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