Si è svolta domenica 3 luglio, con grande successo, l'escursione didattica lungo la Via Iulia Augusta dal titolo “ La Via Iulia Augusta da Albintimilium ad Albingaunum”che ha proposto un nuovo ricco itinerario lungo questo affascinante percorso.
Accompagnati da una luminosa giornata estiva, i partecipanti si sono dati appuntamento alle 8.30 presso il Museo Civico Archeologico “Girolamo Rossi” per la partenza col pullman.
Prima tappa del viaggio è stato il Museo Civico Archeologico di Diano Marina, dove i visitatori, accompagnati dall'esperta guida della dottoressa Daniela Gandolfi e del dott. Lorenzo Ansaldo, hanno potuto conoscere i materiali rinvenuti nel comprensorio del golfo dianese, da Capo Berta a Capo Cervo riferibili ad un arco cronologico che va dalla preistoria fino alla tarda romanità, e relativi anche alla mansio (stazione di sosta) sorta in età romana lungo l’antico itinerario.
Giunti ad Albenga si è intrapresa la passeggiata lungo uno dei tratti più suggestivi della strada romana conservato nel Ponente ligure. Immersi nella natura, in un contesto di grande valore paesaggistico e naturale, sorgono, infatti, i resti dell'anfiteatro romano e di numerosi edifici sepolcrali di epoca imperiale. Tra carrubi e ginestre è stato possibile ripercorrere uno dei tratti meglio conservati dell'antica Via Iulia Augusta, aperta dall’imperatore Augusto tra il 13 e 12 a.C. per collegare la Pianura Padana con la Gallia, grazie alla guida del professor Bruno Schivo che ne ha illustrato il percorso e i monumenti.
Ritornati al centro di Albenga la visita è proseguita, dunque, al Museo Archeologico Navale di Palazzo Peloso Cepolla (Piazza San Michele) che conserva i reperti recuperati dalla nave romana degli inizi del I sec a. C. affondata nelle acque antistanti Albenga e primo scavo archeologico su un relitto ad opera di Nino Lamboglia nel febbraio del 1950, che diede inizio alla disciplina dell’archeologia subacquea in tutto il Mediterraneo Occidentale; insieme ai materiali della nave romana sono inoltre esposti numerosi altri reperti sottomarini rinvenuti in diverse esplorazioni subacquee nei fondali circostanti l'isola Gallinaria.
In seguito è stato possibile visitare il centro cittadino e la suggestiva piazza San Michele con la sua antica cattedrale e il battistero paleocristiano
Ultima tappa dell'itinerario proposto per questa giornata è stato Palazzo Oddo che ospita, tra l'altro, i corredi funebri delle aree cimiteriali della città romana di Albingaunum. Particolare impressione ha destato la mostra “magiche trasparenze” con la sua varietà di suppellettili vitree, provenienti dai corredi funebri della necropoli di Albingaunum sorta lungo la Via Iulia Augusta, che costituiscono, nel loro insieme, uno dei più cospicui ritrovamenti di tale genere nell'Italia settentrionale, in particolare il famoso piatto blu cobalto decorato ad intaglio e datato agli inizi del II secolo d.C., che è diventato, dal momento del suo ritrovamento in una tomba della necropoli settentrionale di Albingaunum, uno dei simboli della città.
L'escursione è stata organizzata dal punto informativo Via Iulia Augusta in collaborazione con la Sezione Intemelia dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri
Accompagnati da una luminosa giornata estiva, i partecipanti si sono dati appuntamento alle 8.30 presso il Museo Civico Archeologico “Girolamo Rossi” per la partenza col pullman.
Prima tappa del viaggio è stato il Museo Civico Archeologico di Diano Marina, dove i visitatori, accompagnati dall'esperta guida della dottoressa Daniela Gandolfi e del dott. Lorenzo Ansaldo, hanno potuto conoscere i materiali rinvenuti nel comprensorio del golfo dianese, da Capo Berta a Capo Cervo riferibili ad un arco cronologico che va dalla preistoria fino alla tarda romanità, e relativi anche alla mansio (stazione di sosta) sorta in età romana lungo l’antico itinerario.
Giunti ad Albenga si è intrapresa la passeggiata lungo uno dei tratti più suggestivi della strada romana conservato nel Ponente ligure. Immersi nella natura, in un contesto di grande valore paesaggistico e naturale, sorgono, infatti, i resti dell'anfiteatro romano e di numerosi edifici sepolcrali di epoca imperiale. Tra carrubi e ginestre è stato possibile ripercorrere uno dei tratti meglio conservati dell'antica Via Iulia Augusta, aperta dall’imperatore Augusto tra il 13 e 12 a.C. per collegare la Pianura Padana con la Gallia, grazie alla guida del professor Bruno Schivo che ne ha illustrato il percorso e i monumenti.
Ritornati al centro di Albenga la visita è proseguita, dunque, al Museo Archeologico Navale di Palazzo Peloso Cepolla (Piazza San Michele) che conserva i reperti recuperati dalla nave romana degli inizi del I sec a. C. affondata nelle acque antistanti Albenga e primo scavo archeologico su un relitto ad opera di Nino Lamboglia nel febbraio del 1950, che diede inizio alla disciplina dell’archeologia subacquea in tutto il Mediterraneo Occidentale; insieme ai materiali della nave romana sono inoltre esposti numerosi altri reperti sottomarini rinvenuti in diverse esplorazioni subacquee nei fondali circostanti l'isola Gallinaria.
In seguito è stato possibile visitare il centro cittadino e la suggestiva piazza San Michele con la sua antica cattedrale e il battistero paleocristiano
Ultima tappa dell'itinerario proposto per questa giornata è stato Palazzo Oddo che ospita, tra l'altro, i corredi funebri delle aree cimiteriali della città romana di Albingaunum. Particolare impressione ha destato la mostra “magiche trasparenze” con la sua varietà di suppellettili vitree, provenienti dai corredi funebri della necropoli di Albingaunum sorta lungo la Via Iulia Augusta, che costituiscono, nel loro insieme, uno dei più cospicui ritrovamenti di tale genere nell'Italia settentrionale, in particolare il famoso piatto blu cobalto decorato ad intaglio e datato agli inizi del II secolo d.C., che è diventato, dal momento del suo ritrovamento in una tomba della necropoli settentrionale di Albingaunum, uno dei simboli della città.
L'escursione è stata organizzata dal punto informativo Via Iulia Augusta in collaborazione con la Sezione Intemelia dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri
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