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martedì, luglio 14, 2009

Concerto dell'Orchestra e il Coro del Teatro Carlo Felice di Genova.

Mercoledì 15 Luglio, a Loano, nell’Arena estiva Giardino del Principe, si svolgerà il concerto dell’Orchestra e il Coro del Teatro Carlo Felice di Genova. La serata si inserisce nell’ambito della rassegna “Le Grandi Orchestre”, promossa dall’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Loano.
Il programma della serata, che prenderà il via alle ore 21.30, si aprirà con alcune delle celebri Danze ungheresi di Johannes Brahms, la n. 1, la n.5 (utilizzata da Chaplin nella colonna sonora de Il grande dittatore), la n. 6 e la n.18. In queste danze, che furono il suo primo grande successo, il compositore evoca un ricordo nostalgico e affettuoso dell’Ungheria; e per quanto i temi in esse presenti, talvolta, siano precisamente riferibili a certi autori magiari, è senz’altro lo spirito brahmsiano che in esse prevale, inserito sapientemente tra modi, ritmi e formule dal sapore tzigano.Il concerto proseguirà con le Danze slave di Dvořák, che furono, originariamente, composte per pianoforte a quattro mani e consacrarono Dvořák come il massimo rappresentante del nazionalismo musicale ceco. Di Bedřic Smetana saranno eseguite Tre danze da La sposa venduta, un’opera comica con cui il musicista diede inizio ad un vero e proprio stile nazionale per la sua travagliata patria: la Boemia.Dall’opera che, forse, meglio sintetizza l’indomabilità e la ribellione di un certo eterno femminino, la sensuale ed amatissima Carmen di Georges Bizet saranno eseguite il Preludio del primo atto, La cloche a sonné, e l’Entr’acte e Coro dal quarto atto. Ancora di Bizet è la splendida Farandole da L’Arlesienne, sul tema di una delle più importanti danze tipiche della Provenza ed uno dei capolavori assoluti del compositore francese.Del più convinto mentore di Bizet, Charles Gounod, sarà eseguita Ainsi que la brise légère, il magnifico e vorticoso valzer che si scatena quando, nel secondo atto del Faust, Margherita esce dalla chiesa e lo incontra.Per finire, lo sfrenato Can can, il grandioso baccanale che conclude l’operetta Orphée aux Enfers (1858) in cui Jaques Offenbach regala una meravigliosa e divertente parodia del mito ed una corrosiva metafora della società del Secondo Impero.

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