martedì, maggio 12, 2009

Genova non avrà la strada dedicata alla “Trattoria di Maria”

La Commissione Toponomastica del Comune rigetta la proposta. I promotori: “decisione miope e superficiale”.
La “storica” trattoria di Maria Mantè (mancata lo scorso 7 ottobre 2008) ha rappresentato per oltre 60 anni un simbolo e un luogo di socializzazione per la città, nonché un sostegno tangibile per tanti genovesi in difficoltà. La proposta di dedicarle un angolo del centro storico era stata inoltrata alle Istituzioni dal giornalista Stefano Bruzzone, presidente dell'ass. Cantiere di Idee del Carmine; la proposta verteva sulla modifica della toponomastica di vico Testadoro, sede del locale, in “Vico Testadoro e della trattoria di Maria”. Anche Alessandro Quasimodo, attore teatrale figlio dello scrittore e premio Nobel, aveva sostenuto con forza l’iniziativa. Invece la Commissione Toponomastica del Comune ha espresso parere negativo: “Tale parere è motivato sia dal fatto che gli antichi toponimi non si possono variare, sopprimere o modificare sia dalla convinzione che il personaggio di Maria sarebbe ugualmente valorizzato attraverso una targa commemorativa da posizionare in prossimità del locale”.
“Questa è un’ulteriore beffa”, sottolinea il promotore “che chiarisce una modalità di pensiero che mi viene spontaneo definire... superata per non dire "vecchia"; la lettera di richiesta era più che chiara: "... Non una pergamena o un pezzo di latta… ma qualcosa che segni la memoria e il vico più attraversato da varie generazioni di genovesi...”. A mio avviso per la città si tratta di una occasione perduta, grazie a questa scelta miope e superficiale”. Vico Testadoro è un toponimo antico; tanto che non se ne conoscenemmeno l'origine; l'unico soggetto esistente nella stradina che collega via S. Sebastiano a via XXV Aprile (priva di portoni di abitazioni e di esercizi commerciali), l'unica a "dargli vita" in questo mezzo secolo è stata la trattoria di Maria, molto nota anche a livello internazionale.
Durante i funerali di Maria Mantè alla chiesa delle Vigne era stata notata l’assenza di portavoce o rappresentanti degli enti locali; adesso, continua Bruzzone “si rileva un'altra occasione mancata per segnare la vicinanza al territorio da parte delle Istituzioni cittadine... l'ennesima dimostrazione di quanto questa città spesso tenga gli occhi chiusi e perda occasioni importanti per valorizzare se stessa, ignorando un esempio importante di “normalità del bene”.
La seduta con cui la Commissione Toponomastica del Comune ha rigettato la richiesta è datata 10.12.08; i proponenti sono stati informati solo due mesi dopo, nel febbraio ‘09. Nei mesi seguenti l’associazione ha avviati contatti con le segreterie del Sindaco Vincenzi e del Presidente Burlando per provare a superare l’impasse, senza risultati. “Personalmente ritengo sarebbe l’ora di nominare nella Commissione anche qualcuno un po’ più giovane, magari qualche trentenne o quarantenne; avremo peraltro cura di comunicare ai giornalisti ed alle numerose testate nazionali ed internazionali che si sono interessate al “fenomeno Maria” (Michel Samson per “Le Monde”, Mark Bittman per “Viagem”, “The New York Times”: ”Maria Mante is something of a local legend…“ solo per citarne alcune), come Genova, la sua città, abbia negato un riconoscimento meritato, atteso dall’opinione pubblica, disattendendo anche i solleciti dell’Unesco tesi a valorizzare le “botteghe storiche” in tutta Europa… ed ignorando quel sorriso che è stato secondo molti la più sincera e sotterranea reclamè (come avrebbe detto lei) della buona genovesità nel mondo… l’esatto contrario dell’odierno “torta di riso: finita”."La prima volta che sono stato nel locale della Maria, anni fa, mi è sembrato di fare ritorno in un luogo del mio passato: mi ha colpito immediatamente l'atmosfera familiare, il profumo di coccole, di nonna, di casa. L'ambiente variegato (si incontravano il dottore, il commercialista, così come lo scaricatore di porto, l'operaio) faceva sentire a proprio agio chiunque, e a maggior ragione un artista come me...era bello poter osservare la varietà umana, tutta racchiusa là dentro, a tavola. E poi i cibi...genuini e veri come il polpettone, il minestrone col pesto...piatti tipici che su quelle tavole venivano imbanditi nella maniera antica e semplice e che da piccoli si è abituati a conoscere e gustare a casa della nonna.La mia speranza è che la conduzione del locale possa essere ancora all'altezza del nome di Maria, donna semplice ed energica che si è conquistata a buon diritto un nome nella storia della città di Genova e che meriterebbe di essere ricordata in qualche modo, non solo con le lacrime in occasione del funerale: mi piacerebbe leggere il suo nome su una insegna e, perchè no, che si intitolasse a lei una via...in segno di gratitudine e riconoscenza per chi, in tanti lunghi anni, ha allevato e nutrito a buon prezzo (dettaglio non di scarso rilievo) tanti affezionati avventori." Alessandro Quasimodo
Anche il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando aveva manifestato apprezzamento e condivisione per la proposta.
Un buon segnale da parte delle Istituzioni cittadine, verso il riconoscimento della "normalità del bene" di Maria Mantè, ristoratrice e simbolo di genovesità, nota anche a livello internazionale, con oltre 60 anni di attività segnati dall’ attenzione alla tradizione genovese ed alla solidarietà.

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