Introdurre la lingua italiana nelle moschee, come commento alla frase coranica. Promotore di questa iniziativa, gia' in atto in alcuni luoghi di culto italiani e' lo Shaykh 'Abd Al-Wahid Pallavicini, (foto) presidente della Comunita' religiosa islamica italiana, che questo pomeriggio e' intervenuto al Casino' di Sanremo, alla tavola rotonda 'Ebrei, cristiani e musulmani: elementi comuni di dialogo per un mondo di pace'. "La recitazione della frase coranica deve avvenire sempre in arabo - ha detto il presidente - ma la spiegazione del contenuto, nella lingua del Paese. Un po' come avviene gia' a Milano, dove utilizziamo l'arabo, lingua sacra per la preghiera, e poi traduciamo in italiano ai nostri fedeli il contenuto". L'iniziativa di Shaykh 'Abd Al-Wahid Pallavicini nasce anche dal fatto che sono sempre di piu' i fedeli musulmani italiani di nascita e di educazione, molti dei quali non conoscono la lingua araba che "rimane una lingua sacra, cosi' come l'ebraico per i nostri fratelli ebrei". (Fonte Agi)La gestione del blog è di natura dilettantistica e non rappresenta in nessun caso una prestazione professionale. Alcune immagini riportate nel sito sono state prese da internet e quindi valutate di pubblico dominio, i proprietari, gli autori , gli editori o qualsiasi altro soggetto avente titolo potrà richiederne la rimozione che verrà effettuata immediatamente. Il blog non rappresenta una testata giornalistica
giovedì, febbraio 26, 2009
Iniziativa: lingua italiana nelle moschee...
Introdurre la lingua italiana nelle moschee, come commento alla frase coranica. Promotore di questa iniziativa, gia' in atto in alcuni luoghi di culto italiani e' lo Shaykh 'Abd Al-Wahid Pallavicini, (foto) presidente della Comunita' religiosa islamica italiana, che questo pomeriggio e' intervenuto al Casino' di Sanremo, alla tavola rotonda 'Ebrei, cristiani e musulmani: elementi comuni di dialogo per un mondo di pace'. "La recitazione della frase coranica deve avvenire sempre in arabo - ha detto il presidente - ma la spiegazione del contenuto, nella lingua del Paese. Un po' come avviene gia' a Milano, dove utilizziamo l'arabo, lingua sacra per la preghiera, e poi traduciamo in italiano ai nostri fedeli il contenuto". L'iniziativa di Shaykh 'Abd Al-Wahid Pallavicini nasce anche dal fatto che sono sempre di piu' i fedeli musulmani italiani di nascita e di educazione, molti dei quali non conoscono la lingua araba che "rimane una lingua sacra, cosi' come l'ebraico per i nostri fratelli ebrei". (Fonte Agi)
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